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"Lo Junior Carpine Magione dica la verità! Ha senso fare attività giovanile per escludere invece di includere?"
Oggi alle 19:08Primo Piano
di Redazione Perugia24.net
per Perugia24.net

"Lo Junior Carpine Magione dica la verità! Ha senso fare attività giovanile per escludere invece di includere?"

Ancora dubbi sull’attività della società Junior Carpine Magione, con la mamma del bambino invitato ad andare altrove che non ci sta e replica. “Grazie alla società per la risposta e finalmente, solo con i social siamo riusciti ad avere un confronto – denuncia la mamma – e probabilmente sono stata poco chiara o fraintesa e voglio spiegare definitivamente il perchè di questa mia lettera aperta. Ci tengo a precisare che oggi mio figlio gioca con un’altra società con cui si trova bene, essendo stato accolto calorosamente ed è sereno e tranquillo. Proprio per questo ho deciso di condividere la nostra esperienza con il Junior Carpine di Magione con la speranza che certi episodi non accadano mai più. Come detto, il 30 giugno scorso si è svolta una riunione tra la società e le famiglie degli atleti a cui, per problemi personali, non abbiamo potuto partecipare. Grazie ad altri genitori presenti alla riunione, abbiamo saputo quello che era stato detto e deciso. Abbiamo ricevuto dalla società sportiva solo il modulo della preiscrizione che abbiamo provveduto a compilare tempestivamente visto che nostro figlio ci aveva espresso il desiderio di continuare a giocare con la squadra con cui giocava da ben 8 anni. A luglio abbiamo ricevuto una telefonata dove ci è stato chiaramente detto che nostro figlio non rientrava nei piani societari e che quindi eravamo liberi di portarlo a giocare dove volevamo e sinceramente, in quel momento, siamo rimasti basiti e senza parole. Non ci è stato detto perchè non poteva giocare in questa società né quali erano stati i criteri per scegliere o escludere dalla squadra i nostri ragazzi. Il 2 agosto abbiamo inviato una mail alla società esprimendo il nostro malcontento e chiedendo delle delucidazioni ma, nessuno, proprio nessuno, ci ha risposto. Avevamo contattato pure l’assessore allo sport e il sindaco esprimendo i nostri dubbi riguardo le modalità di tutta questa faccenda. Entrambi sono stati molto disponibili all’ascolto e dopo aver parlato con la dirigenza ci hanno ricontattati per dirci che la stessa società ci avrebbe contattato per chiarimenti. Cosa che fino ad oggi non si è verificata.

Il 13 settembre non avendo ricevuto nessun riscontro dallo Junior, ho scritto privatamente al presidente, ma anche in questo caso non ho avuto risposta. Ed ecco perchè sono arrivata alla conclusione che forse l’unico modo per avere le risposte che aspettavo era quello di chiedere pubblicamente attraverso i social. A questo punto mi chiedo: se il numero dei ragazzi iscritti era eccessivo e non era possibile formare una seconda squadra, come mai allora è stato chiamato a giocare in questa squadra un ragazzo da Passignano (che al momento ancora gioca con la squadra dei 2010) e sono stati esclusi dei ragazzi di Magione? Non sono un’esperta di calcio ma sono certa che si potevano trovare altre soluzioni. Magari bastava fare un’altra squadra su un’altra categoria se sulla stessa non si poteva. Se, come dite, la scelta della squadra non è stata dettata da ambizioni particolari, mi spiegate gentilmente con quali criteri sono stati selezionati i ragazzi? Com’è stato deciso chi doveva far parte della squadra e chi no? Nessun confronto e nessun dialogo. L’unico contatto con la società è stata la telefonata ricevuta a luglio dove ci veniva comunicato che nostro figlio era fuori dalla squadra. Queste situazioni non saranno una novità nel calcio, ma non basta parlare di inclusione affinchè questa ci sia davvero quando di fatto c'è solo esclusione. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di ragazzi di 14 anni e di una scuola calcio a pagamento. Le mie non sono accuse, ma purtroppo sono fatti accaduti realmente ed è palese che non ci sarebbe stato bisogno di tutto questo ‘baccano’ se solo qualcuno della società avesse posto un minimo di attenzione in più ai ragazzi esclusi. E' inutile voler creare la cittadella dello sport per fare inclusione e poi mandiamo via chi vuol fare sport. Spero che questi episodi non accadano più in futuro e che la mia segnalazione serva a dare la possibilità a tutti di parlare, confrontarsi ed essere liberi di esprimere il proprio pensiero. Non mi ritengo una leonessa da tastiera in quanto ho chiesto un confronto privatamente più volte e sono stata ignorata, ma sono semplicemente una mamma che ha vissuto insieme alla sua famiglia una triste esperienza in una piccola comunità come Magione”.