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Inter, Inzaghi sbotta con l'arbitro: "Non voglio il recupero!". Ma cosa dice il regolamento?TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 14:20Serie A
di Pierpaolo Matrone
per Tuttonapoli.net

Inter, Inzaghi sbotta con l'arbitro: "Non voglio il recupero!". Ma cosa dice il regolamento?

Sarà che le scorie della rimessa laterale di Bologna erano ancora da smaltire. Sarà che il risultato col Milan è pesante. Sta di fatto che Simone Inzaghi, da qualche tempo irrequieto in panchina - comprensibile, la sua Inter si gioca tutto -, ha concluso il derby di Coppa Italia con un nuovo siparietto divenuto virale.

Lo sfogo col quarto uomo. "Non voglio il recupero eh! Non mi prendete per il culo eh! Non lo voglio! Non lo voglio!", urla Inzaghi a Gianluca Aureliano, poco prima del novantesimo della gara, sul 3-0 per i rossoneri. Una richiesta, “pizzicata” dalle tante telecamere ormai presenti in tutti gli stadi e nello specifico a San Siro, esaudita da Daniele Doveri: il derby si è infatti concluso con zero minuti di recupero.

Cosa dice il regolamento del giuoco del calcio. L’assegnazione del “recupero per perdite di tempo” è disciplinata dall’articolo 7, che al terzo punto recita:
“Ciascun periodo di gioco deve essere prolungato dall’arbitro per recuperare tutto il tempo di gioco perduto per:
• le sostituzioni;
• l’accertamento e/o l’uscita dal terreno di gioco dei calciatori infortunati;
• le manovre tendenti a perdere tempo;
• i provvedimenti disciplinari;
• le interruzioni per ragioni mediche consentite dal regolamento della competizione, ad esempio per dissetarsi (che non devono superare un minuto) o per rinfrescarsi (“cooling break” da novanta secondi a tre minuti);
• controlli e revisioni VAR;
• festeggiamenti per la segnatura di una rete;
• qualsiasi altra causa, incluso ogni significativo ritardo in occasione delle riprese di gioco (ad esempio, a causa di interferenza da parte di un corpo estraneo)”.

Nessun margine di discrezionalità. La questione è stata peraltro oggetto di diverse sentenze della giustizia sportiva. Da ultimo, la n. 13/CFA/2021-2022/B, relativa a un ricorso proposto in Corte Federale d’Appello dal Bologna contro il Chievo relativo al tesseramento di Emanuel Vignato. Il recupero in quel caso rilevava ai fini dei minuti concretamente giocati dal centrocampista per questioni tra i due club, ma fu l’occasione per i giudici sportivi di chiarire che “Orbene, l’utilizzo reiterato della declinazione del verbo modale “deve” chiaramente esprime la necessità (rectius, doverosità) dell’estensione temporale della durata ordinaria del tempo di gioco, al ricorrere delle circostanze individuate dal regolamento come atte a giustificare tale prolungamento temporale della partita, attribuendo ad esso esattamente la medesima natura dell’ordinario tempo di gioco”. L’indicazione è peraltro chiarita anche dall’AIA nella guida pratica allegata al regolamento del giuoco del calcio, che al punto 6 spiega: “6. È a discrezione dell’arbitro decidere se recuperare o no il tempo perso per infortuni e/o per altre cause? No. L’arbitro deve recuperare il tempo perso alla fine di ciascun periodo di gioco. Tuttavia, la durata del tempo da recuperare è a discrezione dell’arbitro”. In sostanza, nessun marginale decisionale: nonostante le richieste di Inzaghi - e per quanto il buonsenso suggerisca di evitare recupero con un risultato già acquisito, in passato la prassi era questa -, Doveri doveva concedere recupero, anche solo un minuto.