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tmw / napoli / Le Interviste
Dionigi: "Lukaku non è mai stato un bomber da 25 gol, la sua storia lo dimostra"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 14:40Le Interviste
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Dionigi: "Lukaku non è mai stato un bomber da 25 gol, la sua storia lo dimostra"

A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Davide Dionigi, allenatore ed ex calciatore, fra le tante, di Napoli, Milan e Fiorentina. Di seguito, un estratto dell'intervista. 

Al di là della superiorità dell’Inter, che è più attrezzata, il Napoli sta pagando la mancanza di uomini-gol? 

"Sì, lo abbiamo sempre detto: Conte sta facendo un capolavoro e l'Inter, per il campionato italiano, è una squadra fuori concorso dal punto di vista degli uomini. Però oggi nel calcio c’è una tendenza generale a chiudersi con blocchi difensivi molto compatti, come ha fatto l’Italia con il 5-3-2, e questo rende la vita dell’attaccante sempre più difficile. Per questo motivo, bisognerebbe tornare a lavorare molto sull’attaccante dentro l’area di rigore e pensare meno al fraseggio lontano dalla porta. È lo stesso problema che riguarda i difensori: oggi si chiede loro di impostare prima ancora che di marcare, e poi magari non sanno difendere. Credo che serva fare un passo indietro, perché stiamo perdendo le caratteristiche che hanno contraddistinto il nostro calcio e che per anni ci hanno permesso di sfornare giocatori formidabili in tutti i ruoli." 

Lukaku, che ha segnato solo 10 gol, sta deludendo? Forse al Napoli mancano anche i suoi gol per alzare l’asticella? 

"Lukaku è arrivato in ritardo e non è mai stato un bomber da 25-30 gol a stagione, la sua storia lo dimostra. Nonostante questo, è un giocatore fondamentale per il gioco di Conte. Quando Lukaku era con Conte, segnava 10-15-20 gol ed era ciò che serviva alla squadra. È un giocatore che, da quando è arrivato, ha fatto sbocciare il Napoli perché il gioco si basa molto su di lui. Non è uno stoccatore puro, non è un Inzaghi, per intenderci. È un attaccante diverso, che lavora molto per la squadra e fa tanto lavoro sporco. Quando un giocatore svolge quel tipo di lavoro, inevitabilmente perde un po’ di lucidità sotto porta, ma il suo compito è anche quello di creare spazi e occasioni per i compagni, per cui le polemiche sui pochi gol sono ingiuste.” 

Domenica prossima ci sarà il big match tra Napoli e Milan. Come vede questa partita? 

“Il Milan, nonostante le difficoltà, è comunque una squadra di grande qualità, soprattutto in attacco, e dista solo sei punti dalla zona Champions. Questa partita può essere uno spartiacque importante, anche considerando che subito dopo il Napoli affronterà il Bologna. È una sfida imprevedibile perché il Napoli, mi dispiace dirlo, non ha ancora trovato una vera identità. Il Milan ha tanta qualità davanti e potrebbe mettere in difficoltà il Napoli. Decifrare questa partita non è semplice, anche perché ormai in Italia non ci sono più gare facili. Un tempo, quando affrontavi la penultima in classifica, eri quasi sicuro di vincere; oggi non è più così, perché i valori si sono assottigliati. Mi aspetto un Napoli compatto e concreto. Quello che spero è che torni presto al sistema di gioco che gli ha dato i migliori risultati, il 4-3-3, con cui ha ottenuto i benefici più importanti. Tuttavia, dipende molto dalla condizione fisica dei giocatori rientrati dagli infortuni, Neres su tutti. Conte, essendo dentro la squadra, valuta meglio di noi che siamo all’esterno. Queste sono solo considerazioni da osservatore." 

Quindi lei è per un ritorno al 4-3-3, anche se penalizzerebbe Raspadori? 

"Conte è un allenatore che guarda sempre al bene della squadra. Se in questo momento ritiene di andare avanti con un altro modulo, evidentemente ha le sue ragioni. Parlando da esterno, mi era piaciuto molto quel Napoli in entrambe le fasi di gioco. Oggi, con un difensore in più, la squadra concede comunque qualcosa in difesa, quindi ci sono equilibri diversi. Ma ripeto, da fuori è facile parlare.”