L'editoriale di Chiariello: "Nessuno vince come Conte! ADL ha comprato un pacchetto e ora salutate la capolista!"
Nel corso di 'Campania Sport' su Canale 21, il giornalista Umberto Chiariello ha commentato la vittoria del Napoli contro il Venezia nel suo consueto editoriale: "Conte fa 500 in campionato, sono i suoi punti realizzati in pochi tornei giocati. Seppure Conte ha una grande esperienza da tecnico e allena da molti anni, in Italia ha allenato quasi pochissimo. Ha fatto 3 campionati alla Juve e 2 all’Inter. Se togliamo la prima stagione da esordiente in Serie A con l’Atalanta, Conte ha un palmares impressionante: io non credo che esista al mondo un allenatore che abbia un rapporto partite allenate/risultati così vincente. Neanche il grande Ancelotti, Guardiola o Mourinho che hanno vinto più di lui in senso assoluto.
Ma in relazione alle partite che ha allenato non ce n’è uno uguale a lui. Considerate questo: ha allenato tre anni alla Juve e ha vinto tre scudetti, ha allenato due anni all’Inter ha vinto uno scudetto condito anche da una finale di Europa League. Su 5 campionati disputati in Italia da allenatore, ne ha vinti 4 e un anno è arrivato secondo con l’Inter e in finale di Europa League. In Inghilterra su 3 campionati portati a termine, ha preso una squadra dal decimo posto e l’ha portata subito a vincere la Premier, il Chelsea. L’anno dopo ha vinto l’FA Cup che per gli inglesi vale quasi quanto il campionato. Due anni al Chelsea, condite con le solite polemiche col presidente di turno, Abrahamovic in quel caso, ma vincenti. Al Tottenham appena arriva da nono in campionato lo porta subito in Champions. Quando dicono che al Tottenham ha fatto male sono sciocchezze. Ha fatto un’impresa: lui ha preso una squadra morta e l’ha portata in Champions con avversarie fortissime che non sono riuscite a entrare nei primi 4 posti. L’anno dopo si fa cacciare dicendo: ‘Ho capito perché al Tottenham non si vince mai, perché non c’è la voglia di vincere’. E si fa mandare via. Aveva perso Ventrone, non stava bene, Vialli suo grande amico era morto. Insomma, era in condizioni psicologiche difficili.
C’è un allenatore che in Serie B ha allenato 3 anni e ha vinto 2 campionati, a Bari e a Siena. Stiamo parlando di uno che in Italia su 8 campionati fatti, ha vinto 6 volte. C’è qualcuno che ha vinto tanto nella sua carriera? Ricordò la trasmissione a maggio quando si giocò Napoli-Lecce, una delle partite più da voltastomaco che io ricordi nella mia vita. Una squadra senza anima, distrutta, che non era nemmeno lontana parente di quella che l’anno prima aveva vinto lo scudetto. Una squadra indecente che veramente faceva presagire male per il futuro del Napoli, perché era infarcita di giocatori che si erano persi completamente dopo lo scudetto. Quella sera, da questa postazione, io tuonai contro il povero Chiavelli che non c’entrava niente: ‘Non frenare De Laurentiis, caccia i soldi!’ Feci proprio come la parte del popolino più becero: ‘Caccia i soldi! Prendi Conte! L’unico che ci può salvare’. E cominciò poi il grande valzer degli allenatori: Conte, Gasperini, Italiano, Pioli… Molti in società spingevano per Pioli tra l’altro, bravo allenatore per carità. Qualcuno voleva Italiano, che l’anno scorso sarebbe stato sì utile per continuare il lavoro di Spalletti, e che anche quest’anno a Bologna sta dimostrando di saper fare cose egregie. Non parliamo del Gasp poi… Gasperini, a Napoli molto inviso, è l’uomo dei miracoli di Bergamo. Quest’Atalanta meravigliosa è figlia sì dei Percassi, ma anche del grande lavoro di Gasperini.
Ma De Laurentiis in testa c’aveva l’idea di Conte e non da ora. Io mi permisi di dire che fossero tutti bravi, ma che Conte è l’unico che ti risolleva. Tu non compri un allenatore, che pagi caro, compri un pacchetto. Conte ti costringe a investire, con lui non puoi svicolare. Conte ti porta uno staff esagerato, enorme, eccezionale. Conte ti lavora 24 ore al giorno sulla mente dei calciatori. L’effetto Conte risolleva l’ambiente, toglie subito le scorie del decimo posto. Ed è attrattivo per i calciatori: McTominay viene, ma perché viene? Lukaku viene, ma perché viene? E Kvaratskhelia e Di Lorenzo perché rimangono? E ancora Anguissa e Lobotka… Perché c’è Antonio Conte. Ora voi potrete storcere il naso: ‘Abbiamo vinto di corto muso. Ma come non ti piaceva Allegri e ora ti sei adeguato al contismo…’. Ma chi paragona Allegri a Conte veramente di calcio ne capisce poco poco. Sono due allenatori completamente diversi.
Ma una partita come quella di oggi: rigore sbagliato, palo… Sono quelle partite maledette che non le sblocchi mai. Il Napoli però ha mostrato forza mentale, personalità, gamba, ferocia, voglia di vincere. Quella che ha negli occhi il suo comandante, il suo capomastro. Perché lui è un capomastro più che un conducator. Lui non ha il fascino ammaliante di Benitez o la bonomia meravigliosa di Ancelotti. Lui è inciprignito sempre! È il capomastro di operai specializzati applicati al pezzo. E legge le partite: Jack Raspadori di qua e di là, lo mandiamo a destra e lo mandiamo a manca. E Conte dice: ‘Io non sono scemo, me lo tengo’. Entra Jack Raspadori e ci dà i tre punti che ci portano in vetta alla classifica di nuovo. Chi avrebbe immaginato che dal decimo posto ci saremmo ritrovati primi quasi alla fine del girone d’andata, ha detto Conte. Chi avrebbe immaginato che la Juventus dopo 230 milioni spesi potesse essere sesta a 9 punti dal Napoli, o che il Milan arrancasse all’ottavo posto. E che la Roma che ogni anno festeggia lo scudetto del mercato, lotta per salvarsi. Invece lui no, perché dietro c’è un presidente che a 75 anni, con un ego autoriferito sostanzioso, ha fatto quello che io raramente ho visto nella mia vita a gente molto giovane. Saper fare ammenda dei propri errori, mettendosi dietro le quinte lui estremo presenzialista, che ama le luci della ribalta. Lui si è messo da parte, ha scelto l’uomo giusto nel momento giusto, e noi ora ci godiamo un grande cenone di San Silvestro al piacevole ‘Salutate la capolista’”.