Insigne: "Nazionale? Non mi sento un ex! Ho solo 33 anni, cercherò di meritarla"
"Solamente in Italia chi va a giocare lontano è escluso automaticamente dal giro della Nazionale e non se ne capisce il motivo. I sudamericani che stanno in Serie A possono fare ogni volta 13 ore di volo, perché a noi non è consentito?". A parlare così, nell'intervista a Repubblica, è Lorenzo Insigne che tre anni fa segnò la rete al Belgio che spalancò all'Italia la strada verso la semifinale agli Europei poi vinti. Lo stesso Belgio che stasera affronterà ancora gli azzurri in Nations League.
"Non mi sento un ex - ha continuato Insigne - non ancora. Alla Nazionale non si dice mai addio, nemmeno dopo i 40 anni. E io ne ho solamente 33. Alla maglia della Nazionale non si dà l'addio, si fa sempre il massimo per meritarla. Altrimenti si segue da tifoso".
Il Mondiale del 2026 "Ai Mondiali non bisogna tornarci e basta. La Nazionale lì dovrà giocare di nuovo da protagonista, con l'ambizione di poterli vincere. Noi siamo l'Italia, 4 volte campione del mondo. Qui in Canada, nazione che li ospiterà con Usa e Messico, si respira già un'atmosfera di attesa, con i cartelloni pubblicitari per le strade anche se manca un anno e mezzo. Il calcio in America non è ancora seguito come gli altri sport nazionali: baseball, basket, football. Ma il movimento sta crescendo e il volano dei Mondiali sarà straordinario, con l'arrivo dei campioni. Spero che l'Italia possa giocare almeno una partita a Toronto: in Canada c'è una nostra comunità calda e numerosa".