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Bergomi: "Inzaghi non molla niente, anche a rischio di non vincere. A Marotta consiglio Isaksen"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 13:08Serie A
di Tommaso Bonan

Bergomi: "Inzaghi non molla niente, anche a rischio di non vincere. A Marotta consiglio Isaksen"

"L'Inter è una squadra che mette particolarmente in difficoltà l'Atalanta grazie al suo modo di giocare. Perché è una squadra di palleggio, andarla a prendere uomo su uomo diventa difficile. Ieri l'Atalanta nel primo tempo è stata un po' più bassa, ma già all'inizio ha concesso l'occasione del palo di Thuram. Pian piano si è rimessa in ordine l'Atalanta, ha giocato un buon primo tempo, poi il gol nella ripresa ha rotto l'equilibrio. Ma è proprio la fatica di andare a prendere i giocatori di palleggio, perché l'Inter esce con i difensori, i centrocampisti, si appoggia bene sulle punte. L'atalanta fa fatica a leggere questo tipo di palleggio. Gasperini ha provato a modificare qualcosa, ma non è stato sufficiente". Così Beppe Bergomi, bandiera dell'Inter e campione del mondo '82, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, sul perché per l’Atalanta è così difficile battere l’Inter.

Napoli bloccato a Venezia: "Il campionato ogni domenica ti presenta delle trappole. Una settimana fa l'Inter era sotto di due gol contro il Monza. Diamo per scontati alcuni risultati e invece dobbiamo pensare che le nostre squadre sono allenate bene. E poi vanno sbloccate le partite: rispetto a Inter e Atalanta, il Napoli fatica di più sotto l'aspetto realizzativo. Ha la migliore difesa, ma ha qualche difficoltà a fare gol. Ieri le occasioni le ha avute, tra le parate di Radu e il palo di Raspadori. Ma ogni domenica ci sono delle trappole".

Gli auguri a Trapattoni: "Trapattoni è stata una persona fondamentale per la mia crescita. Cinque anni di alto livello, mi ha fatto crescere come giocatore e come uomo. Ho avuto un rapporto speciale anche da capitano con lui, lo saluto e gli faccio tanti auguri di buon compleanno".

Inter da triplete? "Non so se riuscirà a fare il triplete, i tempi sono cambiati. Il campionato è molto competitivo. L'unica cosa che mi piace sottolineare di questa squadra è che non molla da nessuna parte, anche con il rischio poi di non vincere nulla. Ora ha un vantaggio in campionato, ma nel mese di aprile, tra Bayern in Champions e Milan in Coppa Italia, spenderà tante energie nervose. Dovrà essere bravo Inzaghi a far ruotare tutti i giocatori, sperando di recuperare tutti. Ha bisogno di una rosa profonda, è anche la squadra più vecchia della Serie A e quest'anno è arrivato qualche infortunio di troppo. Se stanno tutti bene, si può pensare di arrivare in fondo".

Thiago Motta, destino segnato? "Più che l'aspetto tattico, quello che viene fuori dalle ultime due partite è l'aspetto caratteriale. Manca proprio la Juventus. Noi la conosciamo come una squadra che nel dna ha i motti "l'importante non è vincere, è l'unica cosa che conta" e "fino alla fine". Queste cose non si sono viste nelle ultime partite. Bisogna capire chi è leader e chi incarna lo spirito Juventus. Giocatori come Gatti, Cambiaso, Locatelli possono trasmettere questo spirito, anche se anche loro non giocano sempre. Bisogna ripartire dall'aspetto caratteriale".


Le scelte cervellotiche di Motta: "Ieri i primi tre cambi sono tre difensori. Ieri gli ho chiesto perché Nico Gonzalez gioca a sinistra quando di solito si esalta a destra rientrando sul suo piede preferito. Ma anche Yildiz trova poco spazio e parliamo di un giocatore che porta la 10 della Juve. Per non parlare di Koopmeiners. Bisogna che il contesto funzioni per esaltare le qualità dei giocatori. Faccio l'esempio della Roma, facendo anche un mea culpa: pensavo che la costruzione della rosa della Roma non fosse corretta, con tanti doppioni. Invece arriva Ranieri, sistema la squadra e adesso sta in campo bene e con tante alternative. Quindi il lavoro dell'allenatore è importante. C'è tempo per la Juve di agguantare questo quarto posto, è una lotta durissima, però gli uomini a disposizione ci sono".

Capitolo Milan: "Credo sia la squadra con più talento del nostro campionato. Lo dimostra il fatto che riesce a ribaltare le partite con i cambi, dalla panchina entrano giocatori del calibro di Leao o Joao Felix. Il problema del Milan è di equilibrio di squadra. Prende sempre delle imbucate che non sono normali per una squadra così. Questo talento va assemblato e fatto giocare di squadra. Però riconosco la forza del Milan, ha giocatori da uno contro uno e da ripartenza, con due giocatori straordinari come Pulisic e Reijnders".

Quanto futuro si gioca Conceicao nel doppio derby di Coppa Italia? "Difficile dirlo, sarebbe da capire il rapporto tra allenatore e squadra. Non lo so, però Conceicao è un buon allenatore, un caratteriale, perché riesce sempre a recuperare la partita. Gli allenatori ovviamente sono legati ai risultati, quindi al derby e soprattutto se riuscirà ad agganciare il quarto posto. Può rientrare".

Un consiglio per Marotta per il futuro? "Eh di giocatori me ne piacciono tanti. Dal prossimo anno, seguendo le indicazioni di Oaktree, l'Inter andrà a prendere profili giovani, alla Bisseck, dal costo contenuto ma che possono crescere, cercando di mantenere l'attuale ossatura, magari con qualche partenza, ad esempio Frattesi. Se devo fare un nome che mi piace è Isaksen della Lazio, sta facendo molto bene, è cresciuto tantissimo".

Sulla Nazionale: "La lezione dell'Europeo è servita a Spalletti. Adesso ha trovato un sistema di gioco, gli interpreti giusti, con grande qualità. L'avversario è tosto, giovane e pieno di talenti. Ma ce la giochiamo, sono fiducioso. Spalletti lo chiamo il genio del calcio, perché riesce sempre a trovare soluzioni nuove".