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Oddo e l'Italia: "Il talento c'era, c'è e sempre ci sarà. Il problema è un altro"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 15:08Serie A
di Tommaso Bonan
fonte Niccolò Ceccarini

Oddo e l'Italia: "Il talento c'era, c'è e sempre ci sarà. Il problema è un altro"

Presente alla Padel Pro Am Cup a Viareggio, Massimo Oddo ha parlato in esclusiva a TMW, toccando vari argomenti, a cominciare dall'evento e dalla serata trascorsa tra i campioni del mondo del 2006: "Abbiamo vissuto giorni indimenticabili, più di un mese assieme compreso il ritiro. Avevamo un bel gruppo, che ci ha consentito di arrivare fino in fondo. Poi dopo in Italia abbiamo sfruttato poco le vittorie pensando di essere sempre ai massimi livelli, ma bisogna sempre aggiornarsi. Purtroppo l'Italia è ancora un po' indietro e questo non consente di essere come una volta il primo campionato europeo, questo fa sì che il livello inevitabilmente scenda".

Manca il talento o i giovani vengono fatti giocare poco? "Il talento c'è, c'è sempre stato e sempre ci sarà. Le nazionali italiane giovanili vincono anche, poi il problema è che i bravi giocatori non si confrontano mai con quelli più forti di loro, e succede quando fai tanti anni in Primavera. E poi una volta c'erano gli stranieri, tre per squadra e tutti fortissimi: oggi invece anche a livello economico convengono e tolgono spazio ai nostri giovani".

L'Italia è ripartita nei risultati e con le convocazioni di alcuni giovani: è un segnale? "Sicuramente sì. Ma il tempo dirà se stiamo intraprendendo la strada giusta, come abbiamo detto prima i talenti ci sono, ogni anno vengono fuori, Pisilli è sulla bocca di tutti, ma ce ne sono tanti forti. Il problema è che dobbiamo aiutarli noi, con il sistema calcio, quando arrivano ad un certa età".

Il Napoli di Conte al primo posto in Serie A. "Alla base di tutto ci sono i calciatori. Il Napoli è una squadra estremamente competitiva, ci sono giocatori forti, ha perso qualche giocatore rispetto all'anno dello scudetto, ma sostanzialmente la squadra è quella, inevitabile possa stare nelle prime posizioni. Poi l'allenatore può fare tanto, ma deve essere sostenuto da una serie di fattori che fanno sì che tu possa vincere. Un allenatore da solo non fa nulla".


L'Inter è sempre la favorita nonostante la squalifica? "E' una di quelle squadre che ha una rosa estremamente competitiva, è campione d'Italia, parte tra le favorite ma poi ci sono altre squadre con altri fattori come l'assenza di coppe del Napoli che può dare una mano".

La situazione del Milan: secondo te Fonseca ha la totale fiducia o c'è qualche perplessità? "Ti rispondo da calciatore: se noi mettiamo in discussione l'allenatore dopo due giornate, allora rischia di non avere più forza. Leggo che vince il derby e torna in auge, perde una partita e viene rimesso in discussione. Quando un allenatore non percepisce la fiducia intorno, in primis della società, diventa un problema. La società quando fa un scelta credo la debba portare avanti con forza. Dietro alle grandi vittore, ci sono le grandi società, questa è una grande verità. La storia del calcio ci insegna poi che quando c'è stata una grande forza dietro ad un allenatore, poi quell'allenatore ha ottenuto grandi risultati".

Baroni sta facendo un grande lavoro alla Lazio, valorizzando anche diversi giocatori come ad esempio Castellanos. "Già l'anno scorso l'attaccante si è dimostrato un giocatore importante nonostante avesse davanti uno come Immobile. La Lazio ha fatto una buona squadra, Baroni sono anni che fa bene. Gli mancava una grande squadra e sta facendo un ottimo lavoro: le somme come sempre si devono tirare alla fine".