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Goikoetxea, il macellaio di Bilbao: "Conservo le scarpe del fallo a Maradona dentro una teca"
Andoni Goikoetxea è passato alla storia come il "macellaio di Bilbao", l’uomo che maciullò la caviglia di Maradona in un tristemente celebre Athletic Club-Barcellona del 24 settembre 1983. Intervistato da La Stampa, l'ex difensore basco ha ripercorso quel delicato momento della sua carriera: "Quel fallo mi ha dato una popolarità sinistra, mi ricordano solo per quello. Non mi riconosco nei ritratti, nei soprannomi, nella fama di cattivo, però devo conviverci: la storia non si può cambiare. La partita era tesa, la rivalità tra i due club profonda. L’intervento non merita giustificazioni però, credetemi, non ci fu nulla di intenzionale, non volevo fare male a Diego. Entrai scomposto e in ritardo perché lui era velocissimo, mi prendo comunque tutte le responsabilità".
Goikoetxea ha poi confermato di conservare le scarpette di quell'intervento in una teca: "Sì, ma non si pensi a un trofeo. Sono piuttosto un simbolo. Le ho indossate due volte, il giorno della partita che mi ha segnato nella sfida di Liga con il Barça e in quella con il Lech Poznan: rappresentano i due volti del calcio, il momento più basso e la rinascita, il dolore delle critiche e la carezza della comprensione, l’importanza di non sentirsi soli".
Infine, l'ex calciatore ha ammesso al quotidiano di aver fatto pace con Maradona ai tempi del Siviglia: "Dopo gli anni azzurri in Italia, tornò in Spagna, al Siviglia. Chiesi io di parlargli, attraverso un suo dirigente, e lui accettò, è stato molto gentile. Ci siamo visti nell’hotel dov’era in ritiro, prendemmo un caffè e chiacchierammo a lungo: l’episodio è stato toccato tra tanti altri argomenti, la cosa bella è che mi dimostrò di non serbare rancore".
Goikoetxea ha poi confermato di conservare le scarpette di quell'intervento in una teca: "Sì, ma non si pensi a un trofeo. Sono piuttosto un simbolo. Le ho indossate due volte, il giorno della partita che mi ha segnato nella sfida di Liga con il Barça e in quella con il Lech Poznan: rappresentano i due volti del calcio, il momento più basso e la rinascita, il dolore delle critiche e la carezza della comprensione, l’importanza di non sentirsi soli".
Infine, l'ex calciatore ha ammesso al quotidiano di aver fatto pace con Maradona ai tempi del Siviglia: "Dopo gli anni azzurri in Italia, tornò in Spagna, al Siviglia. Chiesi io di parlargli, attraverso un suo dirigente, e lui accettò, è stato molto gentile. Ci siamo visti nell’hotel dov’era in ritiro, prendemmo un caffè e chiacchierammo a lungo: l’episodio è stato toccato tra tanti altri argomenti, la cosa bella è che mi dimostrò di non serbare rancore".
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