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Viva Calafiori via dall'Italia e all'Arsenal per 50 milioni. Il problema è quando vanno via i Della Rovere e i Natali. Siamo un paese per vecchi, eppure siamo pieni di grandi talentiTUTTO mercato WEB
sabato 6 luglio 2024, 18:36Editoriale
di Marco Conterio

Viva Calafiori via dall'Italia e all'Arsenal per 50 milioni. Il problema è quando vanno via i Della Rovere e i Natali. Siamo un paese per vecchi, eppure siamo pieni di grandi talenti

Conduttore e speaker di Radio Sportiva, editorialista e uomo mercato di Tuttomercatoweb, è in RAI con la trasmissione storica 90° Minuto
Separiamo gli argomenti. Da una parte c'è il calcio italiano. Dall'altra c'è la Nazionale italiana. Attaccare e criticare il nostro campionato e il suo livello per bersagliare l'azzurro Nazionale è una pratica sbagliata ed errata. Facciamo qualche esempio, giusto per chiarirci meglio le idee: il Real Madrid ha nell'undici titolare un solo Nazionale spagnolo. Ha un portiere belga, due centrali che vengono da Germania e Brasile, un terzino francese. A centrocampo si alternano francesi, un uruguaiano, un inglese, un croato, un tedesco, un turco. Davanti brasiliani e ora pure un francese. A proposito della Nazionale favorita per l'Europeo: tra i titolari contro il Belgio nell'ultima partita, solo uno (Mbappé) gioca(va) in Ligue 1 e il prossimo anno sarà giustappunto a Madrid. E di quelli in panchina solo giocatori (peraltro neanche titolarissimi) del PSG, più un terzino del Marsiglia (Clauss) e il terzo portiere ora al Lens (Samba). Eppure la Francia ha la miglior Nazionale d'Europa. E lo stesso vale per molti altri paesi, dalla Spagna alla Germania fino all'Inghilterra e al Portogallo. E allora, dov'è il problema?

Viva Calafiori all'Arsenal per 50 milioni
Il problema non è Riccardo Calafiori che va all'Arsenal per una cifra complessiva di quasi 50 milioni di euro. Senza essere ipocriti: sono cifre fuori mercato che le società italiane non possono più permettersi. Eccezionale il lavoro del Bologna nel valorizzarlo, impossibile per la Juventus competere a simili prezzi. Questo va a svantaggio del calcio italiano? Forse della Serie A, ma non certo della Nazionale. Quale problema c'è per la Germania se Antonio Rudiger gioca al Real Madrid? Quale per la Francia se Theo Hernandez è in Italia? E Gianluigi Donnarumma al PSG? Appunto. Il problema non è questo.

Un problema italiano: non credere nei giovani
Il problema del nostro calcio non risiede tanto nelle big, o almeno non solo in loro. Il problema è differente, ancor più sottile ma evidente quando nelle emergenze le società puntano sui giovani e... Spesso si rendono conto di avere talenti nei quali per paura, per timori, per il rischio di non volerli bruciare presto, non avevano puntato. Non meravigliamoci: è l'Italia, secondo i dati Istat nel nostro Paese il 69% dei giovani tra i 18 e i 35 anni vive ancora con i genitori. Un problema chiaramente economico ma anche culturale, come evidenziano numerosi studi recenti. E questo, più o meno consapevolmente, si riflette anche nel mondo del calcio. Siamo un paese per vecchi.


Non credere nei Della Rovere e nei Natali è il peccato più grande
Per questo ben vengano i 50 milioni per i Calafiori, in un campionato che è un circolo virtuoso c'è spazio per un suo erede in ogni squadra. Invece no. Invece nelle parole di un agente e intermediario come Enzo Raiola che negli scorsi giorni ha parlato a Radio Sportiva, troviamo molti perché. In procura ha Andrea Natali, figlio d'arte, che giocava al Barcellona e che, classe 2007, è andato al Bayer Leverkusen. "Andrea viene dal Barcellona, club che negli anni ha sviluppato tanti giovani. La sua scelta è stata puramente sportiva: posso confermarvi che nel mio lavoro la scelta sui ragazzi post-settore giovanile è di mandarli all'estero. Vuoi per scelte tecniche, vuoi per i percorsi, sono prettamente concentrato sullo sviluppo fuori dall'Italia: è l'unico modo per fargli fare un certo numero di partite. Ho provato negli anni ad appoggiarmi alle leghe minori, ma è difficile. Ho ragazzi 2005 e 2006 da portare in Belgio e in Olanda, da loro farli giocare è normale, da noi non è la priorità. Andrea dal primo momento ha detto che preferiva non venire in Italia ma avvicinarsi alle prime squadre all'estero. Il Leverkusen è quella che più ci ha convinti ma non è una questione di soldi quanto di avvenire, di futuro". Lo stesso vale per Guido Della Rovere, 2007 della Cremonese, finito al Bayern Monaco. Ne abbiamo parlato col padre. "Il nostro obiettivo non è mai stato economico ma di progetto, di prospettiva, di crescita -spiega il padre, Salvatore Della Rovere, a Tuttomercatoweb.com-. Abbiamo chiesto garanzie tecniche alla Cremonese, che non fosse solo aggregato in prima squadra ma che potesse avere spazio. Che la società dimostrasse davvero di credere in lui, dandoci garanzie sul minutaggio, sullo spazio, sul progetto tecnico".

"Qualità e non quantità"
E' il problema della nostra vita, dove ci perdiamo dietro al 'quanto' e non al 'come'. Ben vengano allora gli stranieri, in un mondo che chiude le frontiere e che invece dovrebbe spalancarle, ben venga lo ius soli, perché stare coi migliori aiuta a diventare migliori. Però a patto che si creda davvero, nella qualità. L'Italia è Campione con le Nazionali giovanili, poi questi ragazzi scompaiono, per paure viscerali di questa generazione terrorizzata dal mondo, di questo mondo che non riesce a relazionarsi con loro, che preferisce spender meno sperando di fare affari migliori. Invece no. Ha ragione Pantaleo Corvino quando difende il suo lavoro fatto di scouting e di stranieri, è un dirigente d'azienda e fa bene a fare gli interessi del suo proprietario non pensando al sistema calcio italiano e Italia. Il punto è questo. Sta al sistema, ai livelli più alti, agevolare chi in questi ragazzi crede e punta. Chi decide di puntare su Donnarumma quando c'è un emergenza tra i pali, chi decide di farlo su Kayode in difesa, chi sceglie di optare per Bove a centrocampo, chi crede negli Scalvini, difficilmente sbaglia. In ogni categoria: la Sampdoria ha 'scoperto' Leoni solo in emergenza difensiva, quando aveva un tesoro già in casa. E' questo lo scatto mentale che i club devono fare. Smettere di guardare lontano dal proprio orticello. Investire altrove a ogni costo. Viva i Calafiori all'Arsenal. Ne cresce uno in ogni giardino. Basterebbe crederci.