Monza, due successi e 6 punti. Ma è altro l'oro che luccica
Testa da big, anima d’acciaio Raffaele Palladino a distanza di più di un anno e mezzo dal suo arrivo sulla panchina del Monza è riuscito a costruire grazie al lavoro quotidiano e alla totale collaborazione dei suoi calciatori una squadra che di fatto è diventata il prototipo di una piccola, grande big di provincia. Una di quelle contro cui è difficilissimo giocarci. Il motivo? La convinzione nei propri mezzi che ha acquisito, la straordinaria capacità di cambiare modulo e proposta di gioco a seconda dei momenti e delle esigenze senza mai perdere le proprie prerogative. Ma c’è dell’altro.
Le rotazioni dei calciatori, ad esempio. Nel Monza non importa chi gioca dall’inizio o subentra perché tutti sanno perfettamente cosa fare, come farlo e quando. A prescindere dagli interpreti lo scenario non muta, o comunque le variazioni sul tema sono minime. Il salto di qualità autentico è stato compiuto sotto il profilo mentale. La conferma ulteriore è arrivata dalle vittorie infilate una dopo l’altra con Milan e Salernitana, cioè con una top del campionato e un’altra più vicina alla B che alla A. Solamente un gruppo maturo e intenzionato a migliorarsi gara dopo gara non stecca la sfida apparentemente più semplice dopo aver trionfato con merito in quella più complicata. Ecco perché, quasi paradossalmente, i 6 punti hanno un valore quasi inferiore rispetto a tutte le altre indicazioni. Il Monza è cresciuto tanto, dove può arrivare è difficile prevederlo. Di sicuro ha tanta voglia di non fermarsi e di andare oltre qualsiasi limite o previsione.