
Milan, Piga e Sorelli: "Tante prese in giro e commenti negativi quando abbiamo iniziato a giocare"
Le calciatrici del Milan Julie Piga e Nadine Sorelli nei giorni scorsi hanno incontrato 150 studenti dell’IIS Cardano a Lampugnano, nella periferia nord-ovest di Milano, per condividere le loro esperienze personali e stimolare il dialogo e la riflessione su temi rilevanti anche tra le nuove generazioni nell’abito dell’appuntamento ‘Tutti i colori dello Sport’ organizzato dal club rossonero e da Fondazione Milan.
"Quando ho iniziato, dei ragazzi mi prendevano in giro, ma alla fine dei conti io ero più forte di loro. Nello sport come nella vita, bisogna crederci sempre e continuare a lavorare per raggiungere i propri obiettivi. - ha spiegato Piga come si legge sul sito del club milanese - L'importante è non criticare, ma mettersi piuttosto in una posizione di ascolto e chiedersi il motivo di alcuni comportamenti. Dalle mie compagne svedesi, per esempio, io stessa ho conosciuto l'importanza del lavoro in un modo diverso rispetto a quello che abbiamo in Francia, e così ho cambiato in positivo il mio stesso modo di fare".
"Quando ho iniziato a giocare - ha aggiunto Sorelli - ero in una squadra maschile e di commenti nei miei confronti ne ho sentiti diversi. In quelle occasioni, per me è stato fondamentale poter contare sulla mia famiglia, che mi ha sempre incoraggiata a mai frenata in questo mio sogno. A volte si tende a dare poco peso a episodi di discriminazione, mentre è importante saperli riconoscere e dar loro la giusta importanza, mettendosi nei panni dell'altro".
"Quando ho iniziato, dei ragazzi mi prendevano in giro, ma alla fine dei conti io ero più forte di loro. Nello sport come nella vita, bisogna crederci sempre e continuare a lavorare per raggiungere i propri obiettivi. - ha spiegato Piga come si legge sul sito del club milanese - L'importante è non criticare, ma mettersi piuttosto in una posizione di ascolto e chiedersi il motivo di alcuni comportamenti. Dalle mie compagne svedesi, per esempio, io stessa ho conosciuto l'importanza del lavoro in un modo diverso rispetto a quello che abbiamo in Francia, e così ho cambiato in positivo il mio stesso modo di fare".
"Quando ho iniziato a giocare - ha aggiunto Sorelli - ero in una squadra maschile e di commenti nei miei confronti ne ho sentiti diversi. In quelle occasioni, per me è stato fondamentale poter contare sulla mia famiglia, che mi ha sempre incoraggiata a mai frenata in questo mio sogno. A volte si tende a dare poco peso a episodi di discriminazione, mentre è importante saperli riconoscere e dar loro la giusta importanza, mettendosi nei panni dell'altro".
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