
Italiano Vero: confermarsi è sempre più difficile. Soprattutto dopo certi addii...
A dieci giornate dalla fine del campionato il Bologna di Vincenzo Italiano ha un solo punto in meno rispetto al Bologna di Thiago Motta, ovvero alla squadra che ha riportato i rossoblù in Champions League dopo 60 anni. Basterebbe questo dato per capire l'eccellente cammino che sta percorrendo alla guida della squadra emiliana l'allenatore nato a Karlsruhe che in estate ha attraversato la Via degli Dei. E invece c'è anche altro. Molto altro.
Italiano s'è insediato alla guida del Bologna dopo la miglior stagione recente della storia del club e sappiamo quanto confermarsi sia sempre più difficile. L'ha fatto in una stagione che ha visto i rossoblù in lotta su tre fronti ai nastri di partenza e con una squadra che, nel frattempo, aveva perso i due grandi protagonisti della cavalcata Champions di pochi mesi prima: in estate Zirkzee e Calafiori sono entrambi volati in Inghilterra. Chi al Manchester United, chi all'Arsenal.
Lo scenario ad agosto era questo qui. Non drammatico, certo. Ma parecchio complicato soprattutto perché Saputo, Fenucci, Sartori e Di Vaio hanno scelto un allenatore che tutti sapevano avrebbe avuto bisogno di tempo per inculcare nella testa dei calciatori le sue idee. E di tempo non ce n'era. C'era una partita ogni tre giorni da affrontare fin da subito e infatti i primi mesi del Bologna sono stati difficili: troppi pareggi in campionato, solo un punto nelle prime cinque giornate di Champions League. Un cammino ondivago che avrebbe potuto far perdere la bussola a tanti, ma non a Vincenzo Italiano. Allenatore convinto che la sua proposta di gioco avrebbe portato i suoi frutti, tecnico che alla fine ha avuto ragione perché il Bologna oggi non è solo di nuovo a ridosso del quarto posto, ma anche in semifinale di Coppa Italia. Una crescita esponenziale certificata anche da come s'è concluso il cammino in Champions League, con cinque punti nelle ultime tre gare e lo storico successo contro il Borussia Dortmund.
Arrivare tra le prime quattro a dieci giornate dalla fine è complicato e quest'anno il quinto posto quasi certamente non basterà per ottenere il pass per la prossima Champions League. C'è da rimontare ancora qualche punto a Juventus e (molto probabilmente) Lazio, c'è un calendario difficile e comunque sulla carta meno morbido di quello dei bianconeri. Il Bologna però c'è, è lì. Per merito di una società che con l'arrivo di Giovanni Sartori ha cambiato il suo status, ma anche di un allenatore che questa estate scegliendo Bologna aveva tutto da perdere. Sconsigliato da tutti, Italiano disse sì. E oggi sta avendo ragione lui.
Italiano s'è insediato alla guida del Bologna dopo la miglior stagione recente della storia del club e sappiamo quanto confermarsi sia sempre più difficile. L'ha fatto in una stagione che ha visto i rossoblù in lotta su tre fronti ai nastri di partenza e con una squadra che, nel frattempo, aveva perso i due grandi protagonisti della cavalcata Champions di pochi mesi prima: in estate Zirkzee e Calafiori sono entrambi volati in Inghilterra. Chi al Manchester United, chi all'Arsenal.
Lo scenario ad agosto era questo qui. Non drammatico, certo. Ma parecchio complicato soprattutto perché Saputo, Fenucci, Sartori e Di Vaio hanno scelto un allenatore che tutti sapevano avrebbe avuto bisogno di tempo per inculcare nella testa dei calciatori le sue idee. E di tempo non ce n'era. C'era una partita ogni tre giorni da affrontare fin da subito e infatti i primi mesi del Bologna sono stati difficili: troppi pareggi in campionato, solo un punto nelle prime cinque giornate di Champions League. Un cammino ondivago che avrebbe potuto far perdere la bussola a tanti, ma non a Vincenzo Italiano. Allenatore convinto che la sua proposta di gioco avrebbe portato i suoi frutti, tecnico che alla fine ha avuto ragione perché il Bologna oggi non è solo di nuovo a ridosso del quarto posto, ma anche in semifinale di Coppa Italia. Una crescita esponenziale certificata anche da come s'è concluso il cammino in Champions League, con cinque punti nelle ultime tre gare e lo storico successo contro il Borussia Dortmund.
Arrivare tra le prime quattro a dieci giornate dalla fine è complicato e quest'anno il quinto posto quasi certamente non basterà per ottenere il pass per la prossima Champions League. C'è da rimontare ancora qualche punto a Juventus e (molto probabilmente) Lazio, c'è un calendario difficile e comunque sulla carta meno morbido di quello dei bianconeri. Il Bologna però c'è, è lì. Per merito di una società che con l'arrivo di Giovanni Sartori ha cambiato il suo status, ma anche di un allenatore che questa estate scegliendo Bologna aveva tutto da perdere. Sconsigliato da tutti, Italiano disse sì. E oggi sta avendo ragione lui.
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