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Chi è grande all'Atalanta non sempre lo è dopo: la Juve lo sta imparando con Koopmeiners
Altra partita da dimenticare per Teun Koopmeiners e quelle fatte con la maglia della Juventus ormai iniziano a diventare talmente tante da rischiare di perdere il conto. L'avventura in bianconero del centrocampista olandese, oggetto del desiderio di Giuntoli e Motta per un'estate intera, non decolla e in molti si chiedono quale possa essere il problema.
C'è però un dato che impone la cronaca del mercato e stimola continue riflessioni: chi è grande nell'Atalanta troppo spesso non si è rivelato tale una volta lasciata Bergamo e salutato Gasperini. E gli esempi in tal senso si sprecano anche oltre al solo Koopmeiners: il caso per antonomasia, legato pure alla sfortuna, è quello di Mattia Caldara che non ha praticamente giocato per anni, né con la Juventus né col Milan. Ma si potrebbero citare anche le esperienze tutt'altro che sfortunate, ma nate con un'ingente spesa alle spalle, di Andrea Conti con il Milan, di Robin Gosens e Roberto Gagliardini all'Inter, di Andrea Petagna al Napoli o all'estero dei vari Jeremie Boga, Merih Demiral o ancora, per ultimo temporalmente, Rasmus Hojlund. Oppure ancora un caso particolare come quello di Marten de Roon, ceduto a suon di milioni al Middlesbrough in Inghilterra e tornato poi alla base poco dopo, rimettendosi di nuovo in luce.
Per tanti giocatori che lontano dall'Atalanta non hanno saputo confermarsi, c'è chi invece ha comunque continuato a dimostrare di avere un certo valore, almeno a ricordare le prestazioni fatte a Bergamo. Possono rientrare in questa lista, per esempio, i romanisti Bryan Cristante e Gianluca Mancini, il 'generale' Franck Kessie che con il Milan ha vinto uno Scudetto, il plurititolato in nerazzurro Alessandro Bastoni o un altro difensore centrale come Cristian Romero.
C'è però un dato che impone la cronaca del mercato e stimola continue riflessioni: chi è grande nell'Atalanta troppo spesso non si è rivelato tale una volta lasciata Bergamo e salutato Gasperini. E gli esempi in tal senso si sprecano anche oltre al solo Koopmeiners: il caso per antonomasia, legato pure alla sfortuna, è quello di Mattia Caldara che non ha praticamente giocato per anni, né con la Juventus né col Milan. Ma si potrebbero citare anche le esperienze tutt'altro che sfortunate, ma nate con un'ingente spesa alle spalle, di Andrea Conti con il Milan, di Robin Gosens e Roberto Gagliardini all'Inter, di Andrea Petagna al Napoli o all'estero dei vari Jeremie Boga, Merih Demiral o ancora, per ultimo temporalmente, Rasmus Hojlund. Oppure ancora un caso particolare come quello di Marten de Roon, ceduto a suon di milioni al Middlesbrough in Inghilterra e tornato poi alla base poco dopo, rimettendosi di nuovo in luce.
Per tanti giocatori che lontano dall'Atalanta non hanno saputo confermarsi, c'è chi invece ha comunque continuato a dimostrare di avere un certo valore, almeno a ricordare le prestazioni fatte a Bergamo. Possono rientrare in questa lista, per esempio, i romanisti Bryan Cristante e Gianluca Mancini, il 'generale' Franck Kessie che con il Milan ha vinto uno Scudetto, il plurititolato in nerazzurro Alessandro Bastoni o un altro difensore centrale come Cristian Romero.
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