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Il cognome della madre, l'impegno per la Catalogna: Bonmati campionessa anche fuori dal campo
Un’altra stagione da dominatrice sia a livello individuale sia a livello di squadra. Aitana Bonmatí si conferma ancora una volta come la calciatrice più forte del mondo. La catalana classe ‘98 infatti ha chiuso un 2024 da sogno in cui ha vinto tutto ciò che poteva vincere con il suo Barcellona – Liga, Copa de la Reina, Supercoppa di Spagna e Women’s Champions League – e Spagna – la prima edizione della Women’s Nations League – e trionfando in ogni classifica mondiale: fosse quella del Pallone d’Oro e del The Best della FIFA, vinti entrambi per la seconda volta di fila, passando per essere eletta ‘miglior giocatrice della fase finale della Nations League’ fino al Laureus Sportswoman of the Year Award, dove ha messo dietro campionesse dell’atletica come Shericka Jackson, Faith Kipyegon e Sha’Carri Richardson, dello sci come Mikaela Shiffrin e del tennis come Iga Swiatek, diventando così la prima calciatrice a trionfare in questo prestigioso riconoscimento.
Merito delle sue qualità tecniche, che hanno spinto un certo Pep Guardiola a paragonarla ad Andres Iniesta e dirsi ‘innamorato’ del suo modo di giocare, della sua duttilità che la porta a poter ricoprire ogni ruolo in mezzo al campo o sulla trequarti, che ne fanno già oggi una delle migliori calciatrici non solo della sua epoca, ma della storia del calcio femminile. Una campionessa a tutto tondo che però rifugge dai riflettori e si impegna nel sociale. Non per nulla è stata fra le principali protagoniste della rivolta contro il numero uno della federcalcio spagnola Luis Rubiales dopo il Mondiale del 2023. Un’eredità questa dei suoi genitori al pari dell’amore per la letteratura.
Bonmatí infatti è il cognome della madre che, assieme al padre della calciatrice, ha lottato per abbandonare l’usanza spagnola di far precedere il cognome del genitore di sesso maschile all’altro. Una battaglia vinta a inizio anni 2000 che ha fatto di Aitana una delle prime persone in Spagna a ottenere come primo il cognome della madre (Bonmati appunto) e poi quello del padre (Conca). “Avete lottato per il cambiamento e ci siete riusciti, porto quella lotta e quella resilienza nel mio sangue", sono state nel 2023 le sue parole per omaggiare i genitori. Uno spirito di ribellione – il padre ha fatto parte dei movimenti indipendentisti catalani ed è finito anche sotto processo venendo considerato un membro di un gruppo paramilitare (Terra Lliure) indipendentista e poi venendo assolto - che le è costato, al pari dell’orientamento marxista della famiglia, molte critiche da parte dei nazionalisti spagnoli e anche dei separatisti di sinistra, che però non ne hanno scalfito affatto la figura. Né fatto recedere dalla sua identità catalana visto che nel 2023 ha lavorato con Plataforma per la Llengua per far sì che il catalano ricevesse dall’Unione Europea lo status di lingua ufficiale della UE. Un impegno che le è valso in chiusura d'anno anche la Creu de Sant Jordi, riconoscimento che premia la sua appartenenza alla Catalogna e l'identificazione con la lingua e la cultura della sua terra.
Merito delle sue qualità tecniche, che hanno spinto un certo Pep Guardiola a paragonarla ad Andres Iniesta e dirsi ‘innamorato’ del suo modo di giocare, della sua duttilità che la porta a poter ricoprire ogni ruolo in mezzo al campo o sulla trequarti, che ne fanno già oggi una delle migliori calciatrici non solo della sua epoca, ma della storia del calcio femminile. Una campionessa a tutto tondo che però rifugge dai riflettori e si impegna nel sociale. Non per nulla è stata fra le principali protagoniste della rivolta contro il numero uno della federcalcio spagnola Luis Rubiales dopo il Mondiale del 2023. Un’eredità questa dei suoi genitori al pari dell’amore per la letteratura.
Bonmatí infatti è il cognome della madre che, assieme al padre della calciatrice, ha lottato per abbandonare l’usanza spagnola di far precedere il cognome del genitore di sesso maschile all’altro. Una battaglia vinta a inizio anni 2000 che ha fatto di Aitana una delle prime persone in Spagna a ottenere come primo il cognome della madre (Bonmati appunto) e poi quello del padre (Conca). “Avete lottato per il cambiamento e ci siete riusciti, porto quella lotta e quella resilienza nel mio sangue", sono state nel 2023 le sue parole per omaggiare i genitori. Uno spirito di ribellione – il padre ha fatto parte dei movimenti indipendentisti catalani ed è finito anche sotto processo venendo considerato un membro di un gruppo paramilitare (Terra Lliure) indipendentista e poi venendo assolto - che le è costato, al pari dell’orientamento marxista della famiglia, molte critiche da parte dei nazionalisti spagnoli e anche dei separatisti di sinistra, che però non ne hanno scalfito affatto la figura. Né fatto recedere dalla sua identità catalana visto che nel 2023 ha lavorato con Plataforma per la Llengua per far sì che il catalano ricevesse dall’Unione Europea lo status di lingua ufficiale della UE. Un impegno che le è valso in chiusura d'anno anche la Creu de Sant Jordi, riconoscimento che premia la sua appartenenza alla Catalogna e l'identificazione con la lingua e la cultura della sua terra.
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