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Vieri: "Batigol tirava certe legnate che bucava il pallone. Un giorno gli chiesi come facesse"
Intervistato da Sport Week, l'ex attaccante viola Christian Vieri ha parlato dei centravanti di oggi e quelli di ieri, alcuni dei quali suoi ex compagni: "Retegui mio erede? Non esistono eredi. Ciascuno è fatto a modo suo, e certi giocatori – Baggio, Del Piero, Totti – non esistono più. Solo oggi, a distanza di vent’anni, mi rendo conto di quanta qualità ci fosse nel nostro campionato".
Bobo riavvolge poi il nastro fino ai tempi trascorsi a Milano: "Io mi allenavo con il Fenomeno Ronaldo: mi scappava da ridere osservandolo fare delle robe pazzesche. Pensavo: 'Da quale pianeta arriva, questo qua?'. E Batistuta? Quando arrivò all’Inter si disse che era un giocatore finito, ma in allenamento tirava di quelle legnate che bucava il pallone. Gli chiedevo: 'Ma come fai a tirare così forte?'. Poi Sheva, Trezeguet… Io ho giocato insieme e contro i migliori al mondo. Perciò dico: lasciamo stare i paragoni".
Un ultimo monito alle nuove generazioni del gol: "Oggi il calcio, come tutto il resto, va veloce. Troppo. Basta che uno faccia qualche gol che si parla di lui come un grande attaccante, perché si ha fame di bomber di razza, visto che in giro ce ne sono pochissimi. Ma se Roma non è stata fatta in un giorno, lo stesso vale per una punta. Che va valutata sul lungo periodo, “pesando” i gol che segna: quanti e contro quali squadre, perché non tutti i gol sono uguali".
Bobo riavvolge poi il nastro fino ai tempi trascorsi a Milano: "Io mi allenavo con il Fenomeno Ronaldo: mi scappava da ridere osservandolo fare delle robe pazzesche. Pensavo: 'Da quale pianeta arriva, questo qua?'. E Batistuta? Quando arrivò all’Inter si disse che era un giocatore finito, ma in allenamento tirava di quelle legnate che bucava il pallone. Gli chiedevo: 'Ma come fai a tirare così forte?'. Poi Sheva, Trezeguet… Io ho giocato insieme e contro i migliori al mondo. Perciò dico: lasciamo stare i paragoni".
Un ultimo monito alle nuove generazioni del gol: "Oggi il calcio, come tutto il resto, va veloce. Troppo. Basta che uno faccia qualche gol che si parla di lui come un grande attaccante, perché si ha fame di bomber di razza, visto che in giro ce ne sono pochissimi. Ma se Roma non è stata fatta in un giorno, lo stesso vale per una punta. Che va valutata sul lungo periodo, “pesando” i gol che segna: quanti e contro quali squadre, perché non tutti i gol sono uguali".
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