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Albertosi: "L'Inter vincerà lo Scudetto. Non capisco Fonseca, come si fa a lasciar fuori Leao?"
Chi vince lo Scudetto? Enrico Albertosi, ex portiere di Milan e Fiorentina, campione d'Europa nel '68 con l'Italia, ha giocato 21 stagioni di Serie A e, nell'intervista rilasciata a Il Tirreno, ha dimostrato di avere le idee chiare: "L'Inter è la squadra più forte e riuscirà a spuntarla".
Le sue ex squadre invece come le sta vedendo?
"Gioca bene, segna molto, ha una buona classifica e spero vada avanti in Conference. Per il Cagliari sarà il solito campionato sofferto con la salvezza da conquistare. Non capisco Fonseca: come si fa a lasciar fuori Leao, unico tra i rossoneri a saltare l'uomo e a creare scompiglio nelle difese avversarie? Basta una giocata delle sue per vincere le partite".
Un portiere che le assomiglia chi è?
"L'unico che seguo con interesse è Carnesecchi dell'Atalanta. Ha fisico, doti acrobatiche e colpo d'occhio. Donnarumma doveva rimanere al Milan invece che accettare i miliardi del PSG".
Come nasce la sua storia con il calcio?
"Mio babbo Francesco, maestro elementare, giocava nella Pontremo-lese in Prima categoria. Avevo 7 anni e tra il primo e il secondo tempo lui per farmi divertire mi metteva trai pali sotto lo sguardo vigile in tribuna di mamma Floria. Da lì mi sono innamorato del ruolo: ho sempre giocato in porta sin dalla mia prima squadra all'oratorio delirati di Pontremoli. Avevo 11 anni. Campo in terra con chiazze d'erba accanto alla canoni-ca, magliette cucite dalle mamme, tornei e partitelle con Aullese, Villa-franchese e Terrarossa".
Le sue ex squadre invece come le sta vedendo?
"Gioca bene, segna molto, ha una buona classifica e spero vada avanti in Conference. Per il Cagliari sarà il solito campionato sofferto con la salvezza da conquistare. Non capisco Fonseca: come si fa a lasciar fuori Leao, unico tra i rossoneri a saltare l'uomo e a creare scompiglio nelle difese avversarie? Basta una giocata delle sue per vincere le partite".
Un portiere che le assomiglia chi è?
"L'unico che seguo con interesse è Carnesecchi dell'Atalanta. Ha fisico, doti acrobatiche e colpo d'occhio. Donnarumma doveva rimanere al Milan invece che accettare i miliardi del PSG".
Come nasce la sua storia con il calcio?
"Mio babbo Francesco, maestro elementare, giocava nella Pontremo-lese in Prima categoria. Avevo 7 anni e tra il primo e il secondo tempo lui per farmi divertire mi metteva trai pali sotto lo sguardo vigile in tribuna di mamma Floria. Da lì mi sono innamorato del ruolo: ho sempre giocato in porta sin dalla mia prima squadra all'oratorio delirati di Pontremoli. Avevo 11 anni. Campo in terra con chiazze d'erba accanto alla canoni-ca, magliette cucite dalle mamme, tornei e partitelle con Aullese, Villa-franchese e Terrarossa".
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