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Il rinvio di Bologna-Milan può creare un precedente pericoloso? Casini: "Non proprio"
Lorenzo Casini, presidente di Lega Serie A, è intervenuto in conferenza stampa dopo l’assemblea odierna, che tra le altre cose ha deciso il rinvio di Bologna-Milan. Ecco alcuni estratti delle sue dichiarazioni: "Come si è arrivati a questo rinvio? Siamo rimasti sorpresi dall'ordinanza del sindaco, per due motivi. Generalmente queste decisioni sono prese dal prefetto, che provenisse dal sindaco ci ha sorpresi. Soprattutto, si è aperto un dialogo perché, se avete letto l'ordinanza, il presupposto è la presenza di 35 mila persone allo stadio. Si è tentato di interloquire col sindaco per poter giocare a porte chiuse, ma dal comune non c'è stata disponibilità su questo: la scelta è diventata se imporre un campo neutro a 24 ore di distanza, imponendolo alle due squadre, oppure se rispettare l'ordinanza di un'autorità riconosciuta dalla legge e rinviare la partita".
Può creare un precedente pericoloso?
"Beh, allora... detta così no. È sempre un equilibrio delicato fra tutela di interessi pubblici e tutela della regolarità del campionato. Quello che è certo è che in futuro dovremo essere tutti attenti e valutare ogni possibile alternativa, per noi le porte chiuse potevano essere praticabili: è pur vero che poi la situazione nella regione, e in particolare a Bologna, è stata particolarmente difficile".
Una data?
"Al momento, calendario alla mano, il mese in cui sarà possibile recuperare la partita è febbraio. Ci sarebbe il giorno di Natale (ride, ndr), come ipotesi, ma stiamo valutando. Spostare Verona-Milan? No, perché si entra in uno spostamento a catena. Come Lega, non possiamo fare molto".
Perché no al campo neutro?
"Non è prevista dal sistema, di fronte a un atto amministrativo che impedisce il raggiungimento dell'impianto per incolumità pubblica. Non è detto che non si possa fare, è da valutare in futuro. C'è una serie di decisioni che rischiavano di essere una serie di complicazioni".
Bologna e Milan sarebbero state d'accordo?
"Il Milan aveva dato disponibilità, per il Bologna sarebbe stato complicato".
Nei giorni scorsi non ci sono state interlocuzioni col sindaco?
"No. Da quello che abbiamo appreso ci sono stati danni ingenti anche vicino allo stadio. Riporto quello che abbiamo appreso, è una situazione cittadina che ha determinato questa decisione".
Scaroni ha parlato di decisione incomprensibile?
"Nella misura in cui non ha valutato l'opzione porte chiuse, però a fronte di una non modifica dell'ordinanza non era possibile".
Leggi qui la conferenza stampa integrale di Lorenzo Casini
Può creare un precedente pericoloso?
"Beh, allora... detta così no. È sempre un equilibrio delicato fra tutela di interessi pubblici e tutela della regolarità del campionato. Quello che è certo è che in futuro dovremo essere tutti attenti e valutare ogni possibile alternativa, per noi le porte chiuse potevano essere praticabili: è pur vero che poi la situazione nella regione, e in particolare a Bologna, è stata particolarmente difficile".
Una data?
"Al momento, calendario alla mano, il mese in cui sarà possibile recuperare la partita è febbraio. Ci sarebbe il giorno di Natale (ride, ndr), come ipotesi, ma stiamo valutando. Spostare Verona-Milan? No, perché si entra in uno spostamento a catena. Come Lega, non possiamo fare molto".
Perché no al campo neutro?
"Non è prevista dal sistema, di fronte a un atto amministrativo che impedisce il raggiungimento dell'impianto per incolumità pubblica. Non è detto che non si possa fare, è da valutare in futuro. C'è una serie di decisioni che rischiavano di essere una serie di complicazioni".
Bologna e Milan sarebbero state d'accordo?
"Il Milan aveva dato disponibilità, per il Bologna sarebbe stato complicato".
Nei giorni scorsi non ci sono state interlocuzioni col sindaco?
"No. Da quello che abbiamo appreso ci sono stati danni ingenti anche vicino allo stadio. Riporto quello che abbiamo appreso, è una situazione cittadina che ha determinato questa decisione".
Scaroni ha parlato di decisione incomprensibile?
"Nella misura in cui non ha valutato l'opzione porte chiuse, però a fronte di una non modifica dell'ordinanza non era possibile".
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