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Italia, Dragoni: "Senza Gama e le altre non saremo qui. Vestire l'azzurro è inspiegabile"
Intervistata da Vivo Azzurro Tv la centrocampista dell’Italia Giulia Dragoni, prossima a trasferirsi in prestito alla Roma dal Barcellona, ha parlato del suo rapporto con il calcio e soprattutto la Nazionale: “Se alla fine sei innamorata dello sport che fai, e io lo sono del calcio, alla fine i sacrifici non pesano, li vedi come una cosa normale che va fatta. Penso che i sacrifici li abbiano fatti di più i miei genitori e mio fratello”.
“La prima chiamata ufficiale con la Nazionale è stata a giugno nell’anno del Mondiale, non mi aspettavo minimamente di essere convocata anche perché venivo da un infortunio e dovevo recuperare. - continua Dragoni tornando indietro con la memoria - Ho recuperato a Coverciano e all’inizio non è stato facile anche perché lavoravo da sola. Ero una delle pochissime giovani, non conoscevo quasi nessuna di loro ed è stata un po' dura all’inizio. Poi quando ho iniziato ad allenarmi con loro e la ct mi ha dato la possibilità di esordire contro il Marocco è stato qualcosa di unico”.
“Scendere in campo con la maglia della nazionale maggiore è stata qualcosa di inspiegabile. Era un mio sogno, ma ero talmente spensierata che non ci pensavo troppo perché io volevo solo giocare e divertirmi fin da quando avevo cinque anni. - conclude la classe 2006 - Spero di essere un modello e un’ispirazione per tante ragazze, ma voglio dire che senza persone come Sara Gama non avremmo potuto arrivare ai livelli che siamo adesso. Siamo la nuova generazione, ma se siamo qui il merito è di quelle che ci hanno preceduto”.
“La prima chiamata ufficiale con la Nazionale è stata a giugno nell’anno del Mondiale, non mi aspettavo minimamente di essere convocata anche perché venivo da un infortunio e dovevo recuperare. - continua Dragoni tornando indietro con la memoria - Ho recuperato a Coverciano e all’inizio non è stato facile anche perché lavoravo da sola. Ero una delle pochissime giovani, non conoscevo quasi nessuna di loro ed è stata un po' dura all’inizio. Poi quando ho iniziato ad allenarmi con loro e la ct mi ha dato la possibilità di esordire contro il Marocco è stato qualcosa di unico”.
“Scendere in campo con la maglia della nazionale maggiore è stata qualcosa di inspiegabile. Era un mio sogno, ma ero talmente spensierata che non ci pensavo troppo perché io volevo solo giocare e divertirmi fin da quando avevo cinque anni. - conclude la classe 2006 - Spero di essere un modello e un’ispirazione per tante ragazze, ma voglio dire che senza persone come Sara Gama non avremmo potuto arrivare ai livelli che siamo adesso. Siamo la nuova generazione, ma se siamo qui il merito è di quelle che ci hanno preceduto”.
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