
Va bene prendersi tanto tempo per il ds e il prossimo tecnico, ma è vietato commettere errori
Leggo dell’incontro romano tra Furlani e Tare con indicazioni molto diverse una dall’altra: c’è chi sostiene che è praticamente fatta la scelta e chi invece pone ancora qualche incertezza. A questo punto tiro una linea e arrivo alle mie conclusioni. Nemmeno la scelta di un Papa, durante un Conclave, è durata così tanto. È vero: il prescelto sarebbe stato Berta, ma sono arrivati tardi, l’Arsenal si era mosso in anticipo. Poi, colpevolmente, hanno puntato su Paratici e qui, al di là di ogni patetica smentita, ho dovuto prendere atto che c’è stata una energica pressione della federcalcio ispirata da qualche potente consigliori ma resta l’errore di fondo, commesso da chi è a digiuno di calcio e delle norme relative. Sapevano tutti che con una squalifica sulla schiena, per Paratici sarebbe stato impossibile recitare il ruolo di ds ombra in attesa della scadenza fissata per il 20 luglio. Lo ha fatto probabilmente da qualche altra parte, ma in serie B magari non dava fastidio a nessuno, in modo particolare a Marotta che non ha negato il fastidio o meglio ancora (“sarei incazzato” l’espressione testuale) lo stato d’animo preciso con cui avrebbe accolto l’ex collaboratore dei tempi di Samp e Juventus. C’è una sola spiegazione a tale ritardo nella scelta definitiva: il prescelto, al momento, è ancora vincolato a qualche club. E qui l’unica traccia può portare a D’Amico (o a Sartori) visto che l’Atalanta ha appena annunciato l’arrivo di un manager di fiducia del socio americano dei Percassi che svolgeva lo stesso ruolo. Vedremo.
Di sicuro con tutto questo tempo speso per il ds una conclusione possiamo già raggiungerla: caro Furlani, non può più sbagliare la prossima mossa. E nemmeno quella successiva dell’allenatore. Leggo sempre dalle indiscrezioni filtrate dall’incontro romano con Tare che sul tavolo sarebbero stati esaminati i profili di Allegri e Italiano. Uno è libero e con una gloriosa carriera alle spalle, motivato a pallettoni dalla conclusione traumatica del rapporto con la Juve, l’altro è protagonista di una stagione, l’ennesima viene da dire, di grande rilievo sia stilistico che di risultati, sta facendo meglio di Thiago Motta per dirla tutta. Sono espressione di due visioni completamente diverse di calcio. Uno, Max, è il magnifico gestore delle risorse a disposizione, è capace di trovare a ciascuno il posto giusto, e in particolare gode della fama di offrire un calcio sempre molto concreto. L’attuale tecnico del Bologna invece è un “giochista” dichiarato, capace di coniugare i risultati con uno stile molto offensivo. In sintesi sono due strade completamente diverse una dall’altra. E invece credo che a un certo punto, tenuto conto delle caratteristiche della rosa attuale, sarà indispensabile fare una scelta precisa. Aggiungo che per mio conto, oltre al ds, qualunque sia la scelta fatta, bisognerebbe aggiungere anche un ufficiale di collegamento tra gli uffici di casa Milan e Milanello.
A proposito delle scelte di Conceiçao per Atalanta e derby di coppa Italia, penso che così come si comportano altri allenatori (ad esempio Inzaghi ha scelto di far giocare ai titolarissimi sia la sfida col Bayern che la trasferta insidiosa di Bologna) dovrebbe comportarsi anche il tecnico portoghese del Milan. Magari concedendosi qualche alternativa a seconda delle caratteristiche dei rivali. Aggiungo solo due annotazioni: 1) Gimenez è un patrimonio del club e dev’essere tutelato; 2) la strada intrapresa del 3-4-3 resta l’opzione più utile per esaltare le qualità di Theo e dell’attacco.







