
Sacchi: "Il Milan doveva prendere Lopetegui. Se Berlusconi avesse ascoltato tutto quello che si diceva su di me..."
Sulle pagine della Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi, ex tecnico rossonero, ha parlato così del momento del Milan: "Senza alcun dubbio posso affermare che l’avvento di Sergio Conceiçao non ha portato quei benefici che tutti i tifosi si attendevano. Il Milan è al nono posto, cioè praticamente a metà classifica. Non si tratta certo di una posizione consona a un club che ha scritto la storia del calcio. E su questo bisogna riflettere con serietà e con umiltà. Lo devono fare, in particolare, i dirigenti. In primavera, di solito, si tirano le somme di ciò che si è seminato nell’estate precedente. Mi sento di poter concludere che il risultato è, al momento, negativo e, francamente, non vedo come si possa uscire da una simile situazione.
Mi pare che il Milan si sia infilato in un tunnel e che non riesca a vedere nemmeno uno spiraglio di luce. Gli obiettivi sono diventati un posto per l’Europa League e la Coppa Italia: troppo poco, anche pensando agli investimenti economici compiuti. Purtroppo gli errori, durante la stagione, sono venuti a valle con la forza di una valanga. Tutto nasce da una mancata chiarezza nelle idee. Ricordo, e spero di non sbagliarmi, che il Milan aveva individuato in Lopetegui l’allenatore per questa stagione. Poi, dato che i tifosi si sono ribellati, perché consideravano Lopetegui un profilo non adatto, si è deciso di puntare su Fonseca che tuttavia, non aveva un curriculum particolarmente importante. Ecco, quella è stata la prima mossa sbagliata. Se tu, presidente, direttore sportivo o amministratore delegato, sei convinto di una scelta o di un’idea devi andare fino in fondo e non piegarti agli umori della piazza. Se Berlusconi avesse dovuto ascoltare quello che pensavano i tifosi o i giornalisti del sottoscritto, non avrei mai allenato il Milan: mi chiamavano Signor Nessuno. Ed era la cosa più tenera e più gentile che mi dicevano. Ma Berlusconi, che aveva chiaramente in testa ciò che desiderava, non si è fatto condizionare ed è andato avanti per la sua strada. Mi sento di dire che, osservando i risultati (la mia è stata giudicata dalla Fifa la migliore squadra di club della storia), ha avuto ragione il presidente a insistere nel suo progetto, anche quando, specialmente all’inizio dell’avventura, le cose non funzionavano ancora alla perfezione".







