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Un Milan che ha pochissimo di codificato, ma c'è una spiegazione: il numero di partite supera il conto degli allenamenti "puri" di ConceiçaoTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 18:24Primo Piano
di Manuel Del Vecchio
per Milannews.it

Un Milan che ha pochissimo di codificato, ma c'è una spiegazione: il numero di partite supera il conto degli allenamenti "puri" di Conceiçao

Da quando è arrivato al Milan Sergio Conceiçao è andato in panchina per 15 volte. I dati del tecnico portoghese tra Supercoppa Italia, Serie A, Champions League e Coppa Italia sono ormai noti a tutti: 8 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte, la vittoria della Supercoppa Italiana, eliminazione dalla Champions League e passaggio del turno in Coppa Italia per arrivare in Semifinale.

Quello che non è noto a tutti, sebbene Conceiçao lo ripeta spesso durante le sue interviste e conferenze, è che gli allenamenti "puri" avuti a disposizione finora sono meno delle partite giocate. Per allenamento puro intendiamo la possibilità di lavorare sul campo con tutta la squadra a disposizione, quindi escluse le sedute di scarico post gara, in cui il focus dei giocatori è incentrato sul recupero fisico, e tolti dal conto gli allenamenti di rifinitura, quando ci si concentra soprattutto sul piano tattico della gara. Ebbene l'ex Porto, dopo quasi due mesi dal suo arrivo in rossonero, ha avuto a disposizione solo dodici allenamenti pieni per poter trasmettere alla squadra le sue idee nel modo che ritiene più congeniale.

Quindici partite, dodici allenamenti puri. Il resto è stato solo recupero, lavoro in video e rifinitura pre-gara. Conceiçao non cerca scuse e in questo ultimo periodo disastroso ci ha messo la faccia, ammettendo errori e sbagli, ma garantendo comunque il massimo impegno. Ma è oggettivo che lavorare in queste condizioni è totalmente fuori dal normale.

Come se non bastasse, il Milan non si aiuta: vincendo contro la Dinamo Zagabria nell'ultima partita della fase campionato di Champions League i rossoneri, oltre al passaggio agli ottavi di finale, si sarebbero assicurati due settimane di lavoro pieno e non frenetico. E invece la sconfitta di Zagabria non è stata una batosta solo lato sportivo ed economico, ma anche organizzativo: la media da quando è iniziata l'era Conceiçao al Milan è di una partita ogni 3,5 giorni. Ovviamente è una problematica che riguarda anche le altre squadre di alta classifica, ma il malus dei rossoneri è stato proprio il cambio di allenatore a metà stagione. Se Fonseca, tra tournée e mezza squadra assente, ha comunque avuto la possibilità di imbastire un lavoro di base per dare un imprinting ai giocatori, Conceiçao non ha avuto minimamente questo tipo di possibilità.

E le conseguenze si vedono in campo: oltre ai grossolani, ripetuti e disastrosi errori dei singoli la squadra si affida solo alla giocata individuale, senza seguire uno spartito e senza avere nulla di codificato. Lo dimostra l'enorme difficoltà nel trovare il gol nonostante quattro attaccanti di alto livello in campo contemporaneamente: non a caso il miglior marcatore in campionato è Reijnders, un centrocampista. Un minimo di cambiamento, almeno nel modo di stare in campo, lo si è visto nella fase difensiva: rispetto a Fonseca Conceiçao ha alzato la linea e ha provato ad imbastire una fase di pressing più aggressiva, riuscendoci a metà.

Quando finirà questa settimana, con il Bologna mercoledì e la Lazio domenica sera, inizierà, purtroppo e per fortuna, un periodo in cui ci sarà finalmente a disposizione del mister, la settimana pulita di lavoro. Purtroppo perché è una situazione che si presenta solo perché si è usciti tristemente dalla Champions League, per fortuna perché è un'ultimissima possibilità per tentare il tutto per tutto alla corsa quarto posto in Serie A.

Il Milan degli ultimi due mesi non è bello e riesce ad essere efficace poche volte, ma una parvenza di spiegazione a questa flessione inattesa pare esserci. Conceiçao dal canto suo non arretra di un centimetro, nonostante l'enorme sfiducia che permea l'ambiente: "Ve lo voglio dire col cuore, non è finita la stagione. Noi stiamo qua forti e tutti insieme vogliamo lavorare fino a fine stagione per avere gli obiettivi che vogliamo, che è il quarto posto. E su questo ve lo garantisco, sono qui a lavorare giorno e notte se ho bisogno starò a Milanello quanto serve, non me ne frega niente perché saremo là, competitivi fino alla fine per arrivare al quarto posto”.