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Ecco il manifesto di errori e omissioni. Sergio ha portato un eccesso di tensione. Mercato: se il club si ritira è la fineTUTTO mercato WEB
giovedì 30 gennaio 2025, 00:00Editoriale
di Franco Ordine
per Milannews.it

Ecco il manifesto di errori e omissioni. Sergio ha portato un eccesso di tensione. Mercato: se il club si ritira è la fine

Non ci sono scuse, non ci sono spiegazioni particolari, non ci sono alibi da esibire. Quello di ieri sera a Zagabria è il manifesto sciagurato milanista di questa stagione che si trascina dietro errore dopo errore, dalla scelta del primo e del secondo allenatore, correzione dopo correzione, e scelte di fondo sbagliate dopo scelte sbagliate (calcio-mercato). Come si può spiegare lo strafalcione commesso da Matteo Gabbia che pasticcia su una palla innocua e regala il primo gol all’innocua Dinamo? Solo e soltanto con una elementare osservazione: perché c’è in lui e nel resto della squadra, specie nel primo tempo, una pressione tale capace di schiacciare chiunque e indurre a un errore così maldestro e inspiegabile anche un ragazzo serio e attento come Gabbia. Come si può spiegare l’altro harakiri di Musah che compie due falli, inutili, in dieci minuti guadagnandosi il rosso inevitabile e lasciando i suoi in dieci così condannandoli alla sconfitta? C’è una sola risposta al quesito: la fragilità nervosa di un gruppo impreparato ad affrontare snodi di questo tipo che reagisce in modo scomposto e nervoso fin dai primi minuti (la protesta di Pulisic il primo segnale). D’accordo, poi c’è anche l’arbitro che nega il rigore sacrosanto a Leao ma a quel punto il peggio è già realizzato. E così il Milan, incredibilmente spinto verso la qualificazione nei primi 8 prima di cominciare, retrocede al 13esimo e si condanna a un probabile derby italiano con la Juve di Thiago Motta che toglierà anni di vita a molti tifosi.

A questo punto bisogna chiedersi con grande realismo cosa ha dato Sergio Conceiçao a questo Milan nei pochi giorni a disposizione, con pochissimi allenamenti (una decina in tutto)? A giudicare dai fatti messi in fila bisogna partire dalla serie di rimonte dopo alcuni incipit disastrosi e la Supercoppa di Riad che non può finire nel dimenticatoio ma in materia di calcio organizzato e di equilibrio tattico quasi niente. Con il surplus di nervosismo, trasmesso anche dai suoi atteggiamenti, che non sempre è un buon alleato nel guarire un gruppo di giovani rimasti senza un leader. Adesso si prepara per il Milan un febbraio da incubo con la coppa Italia (Roma), poi il recupero col Bologna, quindi i due play off di Champions league e tra qualche ora il derby dal quale può uscire con le ossa definitivamente rotte.

Sono curioso di vedere come reagirà il club sul mercato perché al netto delle notizie su Gimenez che si è ritirato dalla partita di Lilla per infortunio, non sarà un dettaglio trascurabile. O darà una prova di credere ancora nel lavoro della sua area tecnica (Ibrahimovic e Moncada) o se invece tirerà i remi in barca, avrebbe davanti un solo scenario e cioè la perdita secca di tutto il popolo dei tifosi dando credito a chi sostiene che la parte sportiva non interessa. E qui si vede chi ha la tempra per guidare una squadra come il Milan e chi invece è soltanto un apprendista dirigente e proprietario.