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LIVE MN - Walker: "Al Milan non si può dire di no. Porto la mia esperienza e leadership. Cosa ci manca? Entusiasmo"
lunedì 27 gennaio 2025, 16:19Primo Piano
di Lorenzo De Angelis
per Milannews.it

LIVE MN - Walker: "Al Milan non si può dire di no. Porto la mia esperienza e leadership. Cosa ci manca? Entusiasmo"

Kyle Walker negli scorsi giorni è diventato un nuovo giocatore del Milan. Il classe 1990 è arrivato dal Manchester City con la formula del prestito fino a fine stagione con diritto di riscatto a favore del Diavolo per 5 milioni di euro. Al fianco del Senior Advisor di RedBird Ztalan Ibrahimovic, il primo acquisto rossonero di questo calciomercato invernale interverrà a breve in conferenza stampa per presentarsi ai media. 

Segui le dichiarazioni di Kyle Walker grazie al live testuale di MilanNews.it

Che percezione hai sempre avuto del Milan nel corso della tua carriera?
"Chiaramente giocare per il Milan è qualcosa di fantastico. È una grande ambizione per la mia carriera provare una nuova esperienza. Ho pensato che questa fosse un'ottima opportunità per arrivare a qua ed esprimere il mio talento". 

Hai parlato con qualche giocatore del Milan del passato?
"Si ho parlato con uno dei grandi (rivolgendosi a Zlatan, ndr) prima di venire qua. Lui mi ha chiarito il concetto che la società vuole fare bene. Il Milan è andato a vincere la Supercoppa, e questo è un buon inizio. Le cose in campionato non stanno andando granché, in Champions invece si. Ci basta un solo punto per evitare i playoff. Io porto la mia esperienza, la mia leadership. Abbiamo i giocatori giusti, le figure dietro le quinte che stanno facendo le cose giuste per riportare questo club in alto". 

Che cosa conoscevi già del nostro paese e del nostro calcio, la Serie A?
"Chiaramente durante la mia infanzia le grandi squadre, quando si guardano disputarle la Champions si vedono i tipi di giocatori che hanno giocato in Italia. Volevo vivere questo tipo di emozioni. C'erano tante altre squadre interessate, ma ho avuto la sensazione che fosse il momento giusto per venire qua. Zlatan è stato fantastico, e volevo dimostrare di essere performante anche in Serie A e non solo in Premier". 

Di che cosa ha bisogno in questo momento il Milan?
"Penso, in base a ciò che ho visto, la passione, la voglia di vincere, la pressione che dobbiamo mettere su noi stessi per vincere le partite. Poi ovviamente c'è la Champions, dove si gioca contro grandi squadre senza mancare di rispetto al Parma c'è stata una grande differenza tra il primo ed il secondo tempo. Serve entusiasmo, leadership in campo. Zlatan ha parlato di cosa è successo tra Calabria e Conceiçao ieri, ed hanno dimostrato che ci tengono". 

Cosa ti ha portato a scegliere il Milan?
"La storia della società ed anche il progetto che Zlatan mi ha proposto".

Sul bonus per la vittoria in Champions con il Milan
"Chiaramente sarebbe un sogno che si avversa vincerla. Ho avuto già la fortuna di vincerla e perderla con il City. Ho vissuto entrambe le situazioni. Vi assicuro che è molto meglio essere applauditi che applaudire gli avversari, ma se ne parlerà più avanti, perché dipenderà dal nostro percorso in Champions. Bonus economico? No, gioco a calcio non per i soldi ma per la passione. Col City le cose non stavano andando bene, ed è questo uno dei motivi per il quale sono venuto qua, giocare di più e vincere tanti trofei. Quando ho firmato con il City ho vinto 17 trofei, ma non mi fermo qui, anche se ho 34 anni. Preferisco vincere. Ve lo garantisco". 

Al vantaggio del Parma hai pensato "Ma chi me l'ha fatto fare?"
"No, è calcio. Succedono delle cose durante le partite, ma al fischio finale abbiamo ottenuto la vittoria che volevamo, che serviva, e siccome che mercoledì abbiamo una partita importante e domenica il derby, è stato un passo importante per far sì che questa settimana cominciasse nel migliore dei modi". 

Sei pronto ad interpretare il ruolo da leader dentro e fuori dal campo?
"È ciò che devo fare. Con la mia età, con la mia esperienza posso passare questo messaggio ai più giovani, ma non posso farlo da solo. Ci sono anche altri leader, ma forse c'è una mancanza di fiducia. Ci vuole costanza di risultato, è cambiato l'allenatore, ma credo che Conceiçao abbia delle buone idee, buone basi sulle quali costruire la squadra. A volte ci vuole disciplina, quel fuoco dentro che deve essere trasmesso agli altri e che forse ultimamente è un po' mancato. Spero che Rubs (Loftus-Cheek, ndr), Fik (Tomori, ndr) e Tammy (Abraham, ndr) possano avere fiducia in me. Spero che i miei compagni possano seguirmi in campo. Ho vinto tanto in carriera, ma vengo qui con l'auspicio di vincere tanti altri trofei con il Milan". 

Cosa temi di questa Inter?
"Ho già giocato contro l'Inter quest'anno contro il City in Champions. Sarà una partita diversa, perché a Manchester fu una partita a scacchi, avremmo potuto fare meglio ma giocammo bene quella sera. In base a ciò che ho sentito sarà una partita diversa, sarà una partita entusiasmante, ma l'ultima sfida nel derby abbiamo vinto in Supercoppa, loro cercheranno la rivincita. Ma è una questione di mentalità, dobbiamo cercare di dare il massimo per quella partita, non solo per noi stessi, per la classifica, ma anche per i nostri tifosi". 

Cosa ti ha detto Guardiola sul Milan?
"Quando ho parlato con Pep non è stata una conversazione semplice, a causa del rispetto reciproco che ci lega. Spero che lui sappia cosa posso offrire ad uno spogliatoio, l'atmosfera che posso creare. Il City era la mia famiglia, dal giardiniere, al cuoco. Credo di essere stato apprezzato, e spero di fare altrettanto qui. Voglio imparare la lingua italiana, ho tanta fame, fuoco dentro per raggiungere i miei obiettivi. Non voglio vincere trofei in un unico paese, ma anche all'estero". 

Credi nel destino?
"Spero di sì. Non credo propriamente nel destino, ma credo nel lavoro sodo. Si raccoglie ciò che si semina, e non è che riuscirà a fare tante cose grazie al mio compleanno (ride, ndr). Ci vuole un pizzico di fortuna, ma servono anche le prestazioni". 

Che categoria è Leao?
"Rafa credo che la qualità parli da sola. Ciò che ho visto in allenamento, anche in Champions quando ero a Manchester, ma anche ciò che sentivo da Dias e Silva al City. Lui ha tutte le qualità del Mondo, ora sta a lui essere uno dei migliori al mondo. Questa squadra ha della qualità, tutti i giocatori la hanno, sennò non giocherebbero. Ci vuole un minimo di presunzione, non arroganza. Non è che io sono il più forte, scendo in campo e segno una tripletta. Bisogna lavorare sodo". 

Su Theo
"Contro Theo ci ho giocato con la Nazionale. È un top player, le statistiche parlano da sole. Questo dovrebbe essere l'inizio, ha 26 anni. Io sono arrivato al City quando ne avevo 27. Io credo che questo sia il periodo più importante per un difensore, l'apice della carriera, perché siusa molto di più la testa, sia in fase offensiva che difensiva. Se lui avrà bisogno di consigli a disposizione, ma spero di essere complementare con Theo. L'importante è la squadra, non i singoli. I singoli si metteranno in mostra quando staranno bene". 

Sul primo incontro con mister Conceiçao
"Lui è contento che sia qui ed io devo dimostrare di essere un buon calciatore. Lui ed il suo staff tecnico si sono messi a ddisposizione, così come la società, che mi ha accolto a braccia aperte. Devo ringranziarla per l'accoglienza e per aver fatto sì che sia tutto semplice. Ora tocca a me rispondere sul campo". 

Walker al Milan come Hamilton alla Ferrari? È una sfida contro se stessi?
"Grazie delle parole spese. Come ho appena detto, potevo restare a Manchester, avevo ancora un contratto che avrei rispettato. A volte la vita è fatta di sfide. Ci si trova in una situazione dove uno vuole provare qualcosa di diverso. Ho parlato con altri calciatori che non hanno giocato fuori dalla Premier, e ti dicono che con il senno di poi l'avrebbero fatto. Ma quando cè un club come il Milan che si interessano a te, ci sono società alle quali non puoi dire no, e questa è una di quelle. Mi ha rassicurato che il Milan volesse prendermi per davvero, e sentivo fosse la decisione giusta. Spero di terminare bene la stagione, sia a livello personale che di squadra".