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tmw / milan / Editoriale
L'anticipo di Galli - La solidità difensiva, il mercato e un Direttore SportivoTUTTO mercato WEB
ieri alle 11:41Editoriale
di Filippo Galli
per Milannews.it

L'anticipo di Galli - La solidità difensiva, il mercato e un Direttore Sportivo

Facciamo un piccolo passo indietro e torniamo al doloroso ritorno sulla terra dopo l’euforia di Riyad: se Cagliari (pareggio) e Como (vittoria faticosa) erano stati due campanelli d’allarme, la sconfitta con la Juventus metteva ufficialmente il bollino dell’emergenza sulla pratica Milan.La squadra ha continuato a subire goal nonostante il principale proposito del nuovo allenatore fosse quello di garantire solidità difensiva (a differenza della qualità del gioco predicata dal suo predecessore).

Attenzione, però: come diceva Carmelo Bene, geniale uomo di teatro ma anche insospettabile esperto di calcio, “quando una squadra sta troppo in difesa finisce con l’essere indifesa”. Concordo pienamente e resto dell’idea che non subire goal passi in larga parte dalla capacità di mantenere il possesso del pallone, progredire nel campo con tutti gli effettivi, riaggredire palla non appena la si perde, riposizionarsi nella struttura difensiva studiata e preparata qualora il pallone rimanga nella disponibilità degli avversari. 

In sostanza questo Milan instabile, capace di grandi transizioni ma anche di grandi ingenuità e disattenzioni, deve migliorare nella capacità di gestire i vari momenti della gara, soprattutto quelli sfavorevoli, quando cioè l’inerzia della partita è a vantaggio degli avversari: qui occorronoattenzione, consapevolezza del pericolo che si può generare (vero Theo ed Emerson?), percezione dell’intorno, capacità di “sentire” l’avversario (vero Tomori e ancora Emerson?). Sarà un percorso lungo e tortuoso ed è inutile focalizzarci solo sulla condizione atletica; la questione è “animica” eriguarda cioè anche tutti gli altri aspetti: tecnico-tattici,cognitivi, emotivo-relazionali e di attitudine, come lo stesso allenatore aveva affermato nel post Juventus-Milan, quandoaveva parlato di mancanza di fame, sottolineando come fossemancata nei giocatori la voglia di vincere ogni duello e, pertanto, della necessità di fare un cambio di mentalità.

Non a caso, prima di affrontare il Girona in Champions,Conceicao ha introdotto un tema nuovo e vecchio insieme, chiedendo il sostegno dei tifosi, di tutti i tifosi, ricordando quanto l’ambiente sia cruciale (un mio cavallo di battaglia, ne ho parlato proprio lo scorso venerdì qui su MilanNews): il popolo rossonero ha risposto “presente” in modo compatto. Leao ha segnato un bel gol, avremmo potuto chiuderla subito, abbiamo rischiato il pareggio e Maignan ha dovuto fare gli straordinari e sono arrivati tre punti che non garantiscono ma rendono probabile il passaggio diretto agli ottavi (per onestà intellettuale se siamo in questa posizione lo dobbiamo anche a Fonseca che vincendo a Madrid ha svoltato un cammin che poteva farsi impervio).

Ora la parola passa indiscutibilmente alla società e al mercato, cui Conceição ha fatto un velato accenno quando ha invitato a osservare la diversa qualità dei cambi effettuati dalla Juventus. La sensazione è che, fino ad oggi, nel costruire e sistemare la struttura della squadra, si sia partiti dall’individuazione di un giocatore che corrispondesse ad un profilo economico-patrimoniale adatto al club (in genere: giovane, basso stipendio, cartellino con ampio margine di rivalutazione) per poi inserirlo nel progetto tecnico, anziché partire dal progetto tecnico per definire il giocatore necessario (in ogni caso sostenibile) e reperirlo sul mercato. 

Quali acquisti occorrono adesso, se vogliamo rimettere il focus sul progetto tecnico? Arrivato Kyle Walker l’esterno di difesa in grado di gestire entrambe le fasi di gioco e, all’occorrenza giocare da centrale, direi che sia necessario un centrocampista che permetta un maggior turnover, senza perdere qualità, nella zona nevralgica del campo e, ancor più importante, un attaccante da doppia cifra. Santiago Gimenez del Feyenoord, tra l’altro con passaporto italiano, sarebbe un ottimo acquisto anche se il mio sogno resta Jonathan David del Lille. Entrambi si aggirano su una media di un goal ogni due partite, entrambi finalizzatori ma anche in grado di partecipare allo sviluppo del gioco, Santiago (2001) di due anni più giovane di Jonathan (1999).

Chiudo con un’osservazione fortemente collegata proprio al tema del mercato. È necessaria la figura di un direttore sportivo che si muova, certo, dentro i parametri finanziari indicati dalla società, ma che sappia anche allargarne il perimetro, che sappia sintonizzarsi con il tecnico, che conosca il campionato italiano. Un solo nome: Giovanni Sartori, definito il “Cobra” per la sua capacità di osservazione dei calciatori per poi colpire e assicurarsi il miglior prospetto, tra l’altro, con tracce di rossonero nel suo passato. Certo sarebbero da capire le modalità dellaconvivenza con Ibra. ma credo che se davvero si vuole il bene del Milan ognuno debba essere disposto a fare un passo indietro. In fondo, Paolo Maldini non è stato sollevato dal suo incarico in nome di una gestione più collegiale e “di team”? Ecco, allora mettiamo in pratica questo principio e facciamo spazio a una figura di campo che – insieme ad altri eccellenti professionisti – possa contribuire a riportare il Milan dove deve stare.

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