L’ottovolante ha stancato. Dieci giorni da impazzire. Ho chiesto un regalo a Babbo Natale
Vi pare tutto normale?
Sconcertante e incredibile quello avvenuto in dieci giorni. In soli dieci giorni.
Almeno prima il vagoncino di questo pauroso e poco divertente rollercoaster aveva impiegato qualche settimana per tutti i suoi brutti su e giù per scendere a tutta velocità verso il cooling break, per poi salire nel giorno del derby. Qualche secondo per guardare la classifica, sorridendo. Ma solo per qualche secondo.
Poi altro tuffo nel vuoto, con curva viola, a Firenze. Rigori tirati a caso, l’espulsione di Theo Hernandez e, a commento, le dichiarazioni forti e inaspettate di Fonseca. Si continua a scendere, con i capelli sempre più al vento e le urla sempre più spaventate, dopo Bologna e l’ irritante sconfitta contro il Napoli, senza Theo e Reijnders. Poi su... su... su... verso il cielo blu notte di Madrid per la grande impresa contro il Real.
Ok grazie, è stato bello. Ora vogliamo scendere!
Nemmeno per sogno.
Almeno tutte queste discese e salite sono state diluite nello spazio di tre mesi. Ogni tanto il popolo rossonero aveva così il tempo di tirare il fiato. Poi, in soli dieci giorni, una discesa verticale, anormale, tremenda, spaventosa. Con una serie di avvenimenti raramente vissuti in soli dieci giorni. Da diventare matti!
Il Milan perde a Bergamo, male. Seguono gli strali di Fonseca contro l’arbitro, poi sorprendentemente assolto dal Presidente del Milan, Scaroni. L’arbitro, intendo. Aumentano vertiginosamente il numero degli infortuni. La vittoria sulla Stella Rossa invece di vedere diminuire la velocità dell’ impazzito vagoncino milanista, la aumenta. L’allenatore attacca qualche giocatore. Uno di loro posta su instagram, un altro li difende pubblicamente. Liberi tutti. La società non parla, e su questo niente di nuovo. Poi panchine punitive, ragazzini in campo, polemiche sugli invitati alla festa, passerella a San Siro definita fra le più fredde e tristi della storia, a sentire i protagonisti in campo e opinionisti fuori. Pareggio sconsolante, curva tuonante, post di Maldini, cuoricini di suoi compagni vecchi e nuovi, punti di distacco in aumento.
Ancora cori di contestazione alla festa senza Gerry Cardinale che non manda nemmeno auguri pubblici al suo Club e ai suoi tifosi, ma con la presenza di Gordon Singer, il proprietario del Milan vincitore dell’ultimo Scudetto. In attesa lui, entro il 31 agosto, della restituzione del prestito con interessi. Tutto questo in dieci giorni. Dal sei al sedici dicembre.
Vorremmo ora tirare un po’ il fiato. Aneliamo qualche ora di serenità, di cose da tifosi che gioiscono se vincono, che soffrono se perdono. In un contesto di sana normalità, di visioni chiare sul futuro, di comunicazione tempestiva o anche non tempestiva. Ho gia chiesto a Babbo Natale anche un regalo calcistico. Dopo questi ultimi mesi, soprattutto dopo questi ultimi giorni, passati su un ormai insopportabile ottovolante vorrei trovare sotto l’albero un biglietto per una corsa su una tranquilla giostrina a cavalli. Come colonna sonora la canzone “Milan Milan”, musica di Tony Renis e parole del nostro Presidente, Silvio Berlusconi. Quella che non trasmettono più a San Siro e non se ne conosce la ragione.
Sì, qualche minuto rilassante, sereno, divertente. Come un bambino che ha solo voglia di sorridere un po’ per il suo Milan. Non desidero altro... un giro sulla giostrina dei cavalli!