Serginho: "Milan-Juve? Una partita così non ha un favorito. Peccato che il Diavolo non abbia continuità di rendimento"
Intervistato questa mattina dai taccuini de La Gazzetta dello Sport, l'ex Milan Serginho è intervenuto sui temi più importanti della sfida in programma domani sera a San Siro tra la formazione rossonera e la Juventus di Thiago Motta.
Domani anche lei guarderà Milan-Juve. Che partita sarà?
"Una gara difficile da leggere perché arriva in un momento non ideale: le due squadre hanno avuto alti e bassi e si aspettavano qualcosa di più da questo inizio di stagione. Hanno avuto, diciamo, un po’ di instabilità a livello di gioco e risultati".
I bianconeri, avanti in classifica, sono favoriti?
"Un big match così non ha un favorito. Il Milan a San Siro avrà il sostegno dei tifosi e questo può compensare la differenza di punti in classifica".
Perché il Milan ha avuto alti e bassi finora?
"I rossoneri hanno cambiato allenatore, calciatori e sistema di gioco: era inevitabile una certa instabilità. Ci vuole tempo sia ai giocatori per assimilare i concetti del nuovo tecnico sia a Fonseca per conoscere la rosa. In tre mesi non è possibile sistemare tutti i problemi che c’erano lo scorso anno".
Milan e Juve lotteranno per la qualificazione alla Champions o... per il tricolore?
"Il campionato è apertissimo e non vedo una squadra destinata ad andare in fuga: i rossoneri e i bianconeri possono vincere lo scudetto, a patto che trovino continuità di rendimento".
La sua favorita qual è?
"L ’Inter subisce qualche gol in più dello scorso anno, ma ha dimostrato il suo valore ed è un pelo in vantaggio rispetto alle altre. Con Conte anche il Napoli però è da temere".
Vittorie contro Inter e Real, ko contro il Parma e 3-3 a Cagliari: qual è il vero Milan?
"Spero quello del derby e del Bernabeu. Peccato non ci sia stata continuità di rendimento".
Quanto peserà l'assenza di Vlahovic?
"Non sta segnando come alla Fiorentina, ma è un punto di riferimento per la Juventus. Meglio non trovarselo contro".
Leao invece è tornato al top.
"Rafa è il più forte del Milan, quello che fa la differenza. Non capisco chi non ha pazienza: vedrete a maggio quante partite ci avrà fatto vincere. Non saranno poche... Bisogna togliergli un po’ di pressione".
Cosa succede a Theo Hernandez?
"Vale lo stesso discorso fatto per Leao: cosa si aspetta la gente da un terzino sinistro? Cinquanta assist e dieci gol in una stagione? È reduce da quattro annate super e può starci che dopo l’Europeo non abbia iniziato al massimo".
Passiamo ai brasiliani di Milan e Juve, tutti un po’ in difficoltà.
"A Bremer auguro di tornare il prima possibile. Douglas Luiz ha le caratteristiche per essere protagonista anche in Italia, ma deve adattarsi. Danilo? Non si discute. I calciatori però non sono macchine che tutti gli anni vanno al 100% ed essere utilizzato sia centrale sia a destra un po’ di confusione gliela crea. Emerson Royal a Madrid ha fatto molto bene contro Vinicius, mentre in A...".
Se le chiediamo una sfida per lei indimenticabile contro la Juve...
"La finale di Champions a Manchester quando ho segnato uno dei rigori della serie finale. La porta sembrava piccola piccola. Ancelotti, il migliore tecnico al mondo, ci ha preparato alla grande".