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Ambrosini: "Due dei tre rigori fischiati in Fiorentina-Milan, dal punto di vista calcistico, non hanno niente di calcistico"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 20:50News
di Antonello Gioia
per Milannews.it

Ambrosini: "Due dei tre rigori fischiati in Fiorentina-Milan, dal punto di vista calcistico, non hanno niente di calcistico"

Massimo Ambrosini, storico centrocampista ed ex capitano del Milan, è stato intervistato da Luca Serafini per Milan Community TV, canale YouTube dell’omonimo portale a tinte rossonere.

Si riporta di seguito un estratto delle sue dichiarazioni.

Nel calcio non sopporto più due cose: chi ad un minimo sfioramento si butta giù ed il regolamento, non ci si capisce più nulla… Una tua soluzione o un consiglio?

“Sono due cose un po’ collegate secondo me. L’intolleranza che tu lamenti ce l’ho anch’io. Quando si protegge palla, se si viene sfiorati da un’unghia si cade per terra come se si fosse subito un cazzotto da KO. Bisognerebbe mettersi d’accordo sul fatto che questa cosa si può limitare se diamo agli arbitri la possibilità di scegliere e decidere chiedendogli di interpretare un senso calcistico. Che loro magari possono non avere non essendo stati calciatori, ci sono però alcune dinamiche calcistiche che se conosci e interpreti possono impedirti di fischiare cose che adesso vengono fischiate. Non troveremo mai una soluzione sul fatto che le regole del calcio tendono a voler oggettivizzare qualunque tipo di situazione: pensano che mettendo paletti fissi ci siano meno discussioni. Abbiamo visto che non è così, l’ultimo turno di campionato ne è una riprova. Serve quell’interpretazione calcistica che in questo momento all’arbitro non è richiesta. Se la rimettessimo il rigore di Luperto, nell’ultimo turno di Serie A, non lo fischi mai. Però nel regolamento c’è scritto quello e quindi ti incarti, ma se ti fischiano un rigore così contro diventi matto. La stessa cosa per due dei tre rigori fischiati in Fiorentina-Milan: dal punto di vista calcistico non hanno niente di calcistico. Se reintroduci la possibilità per l’arbitro di interpretare quello che avviene in campo succede che ci sarà ancora più casino. Se decidiamo che l’arbitro può interpretare e valutare, anche con l’ausilio del VAR, un determinato intervento a sua discrezione, a quel punto lì dobbiamo prenderci il fatto che possano esserci delle valutazioni ancora più soggettive di quelle che ci sono ora. È un bilanciamento complicato. Dal punto di vista sportivo e calcistico il rigore di Theo su Dodò non è mai rigore, anche se a livello di regolamento lo è. Così come per me non è mai rigore nemmeno quello su Reijnders: è un contatto, non è rigore. Non sono rigori. Se fossi andato ad arbitrare non li avrei mai fischiati. Con i regolamenti scritti ora possiamo arbitrare anche io e te, tanto non c’è da interpretare niente”.