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LIVE MN - Fonseca: "C'è una frustrazione grande da parte di tutti. Futuro? Non ci penso"
Oggi alle 14:34Primo Piano
di Manuel Del Vecchio
per Milannews.it

LIVE MN - Fonseca: "C'è una frustrazione grande da parte di tutti. Futuro? Non ci penso"

Amici e amiche di MilanNews.it, benvenuti a Milanello. A breve mister Paulo Fonseca prenderà parola dalla sala stampa del centro sportivo rossonero per presentare in conferenza il derby di domani sera contro l'Inter. La stracittadina sembra poter essere l'ultima spiaggia per il tecnico portoghese, chiamato a dare una svolta importante in termini di risultati e identità della sua squadra. Rimanete con noi per seguire tutte le sue dichiarazioni.

14.03 - Comincia la conferenza stampa di mister Paulo Fonseca.

Dopo la sconfitta contro il Liverpool si sono viste foto che abbiano dimostrato unione, compattezza...

"Sì. C'è una frustrazione grande da parte di tutti, ma consapevolezza che siamo uniti per uscire da questa situazione. La squadra capisce il momento e lavoriamo insieme per cercare di fare meglio. La soluzione adesso è lavorare per imparare e cercare di fare meglio".

C'è il derby, l'occasione più grande o la partita più complicata?

"Noi partiamo per giocare una squadra molto forte, può essere una partita importante per me. Abbiamo tanto da guadagnare in questa partita perché mi sembra che noi dobbiamo pensare positivamente. Se vinciamo può essere una cosa importante per noi in questo momento".

Le sue sensazioni riguardo il suo futuro?

"Io non penso a questo. C'è la partita con l'Inter, mi concentro sul mio lavoro e per essere pronti per la partita di domani. La squadra e la partita sono le cose più importanti".

Cosa vi siete detti con Ibra? Ti ha ribadito la sua fiducia?

"Ho sentito sempre fiducia nel mio lavoro da parte della società. Capisco la curiosità quando Zlatan viene qua, ma non parlo di quello che ci diciamo. È sempre positivo, è la normalità: Zlatan è stato qui come ci è stato le altre volte".

Si vede poco la sua idea di calcio. Qual è il problema?

"Io posso avere tanti motivi per spiegarlo, ma non voglio trovare scuse. Voglio affrontare quello che sta succedendo col lavoro, parlando con i miei giocatori per capire cosa dobbiamo fare. Noi abbiamo dei buoni momenti ma non abbiamo continuità. Quello che devo dire, che sento, è che la squadra cresce tutti i giorni. Dobbiamo avere continuità per arrivare dove voglio io. Se abbiamo bisogno di tempo, sì. È vero che Abraham è arrivato adesso, non abbiamo avuto per tanto tempo tutta la squadra, ma non voglio trovare scuse. Voglio concentrarmi sul lavoro".

C'è qualche cosa che non rifarebbe?

"No. Io faccio quello in cui credo. Non posso fare quello in cui non credo. Continuo a credere in quello che io penso debba essere una squadra e continuo a lavorare in quello in cui credo".

C'è un qualcosa che ha visto questa settimana dopo il Liverpool che le fa dire che il derby sarà la partita della svolta nell'atteggiamento dei giocatori? 

"Non dico bugie. Stavamo parlando di questo adesso. Oggi arrivo qui, derby, partita difficile... Ma arrivo qui con fiducia. Un conto è se sentiamo che i giocatori sono tristi, non a loro agio. Mi sarebbe piaciuto farvi vedere questa settimana di lavoro, poi non posso arrivare qui e non trasmettere fiducia. La verità è che questi tre giorni di lavoro sono stati fantastici. E quindi vado verso la partita con fiducia, non posso fare altrimenti. Ed è per questo che ho fiducia nel futuro, non posso dire altre cose perché questa è la verità".

Questa fiducia la porterà ad avere un atteggiamento tattico comunque aggressivo?

"Ovviamente per ogni partita abbiamo strategie diverse. Sappiamo che affrontiamo una squadra molto forte, abbiamo preparato la partita in funzione degli avversari che sono fortissimi. Una cosa non so fare: dare la palla alle altre squadre. Vogliamo giocare, vogliamo avere l'iniziativa, vogliamo dominare quando possiamo farlo, vogliamo difendere bene perché la squadra ha fatto bene collettivamente. Vogliamo preparare la partita in funzione dell'avversario che abbiamo domani".

Lei è convinto di aver ricevuto dalla società una buona squadra o un'ottima squadra?

"Ho ricevuto quello che avevamo previsto per formare una squadra fortissima. Siamo già una squadra fortissima? No".

Due Milan: quello di Parma e quello del primo tempo di Roma. È possibile una terza versione che faccia bene entrambe le fasi?

"Perché pensi che contro la Lazio, nel primo tempo, non abbiamo concesso niente? Perché abbiamo avuto la palla, e quando abbiamo la palla non difendiamo. Questa è la verità, questa è la differenza. Siamo stati vicini, compatti, ma abbiamo la palla".

In questo momento il Milan non sembra avere cuore, testa e organizzazione... Come si fa a vincere il derby?

"Facendo più gol dell'Inter, è così che si vince una partita".

Ancora sulla sua idea di gioco dominante.

"Io credo in un modo di vincere. Penso che comunque sia comune a tante grandi squadre. So che in Italia non si valorizza il gioco ma il risultato. Ma mi hanno portato qui perché volevano cambiare. Credo che quando una squadra ha la palla continuerò a credere in questo, e con la qualità che abbiamo dobbiamo avere molto di più la palla e creare molto di più. Continuo a credere in questo. Non mi sembra che il calcio sia migliore quando diamo palla agli avversari, continuerò a credere in questo".

Post Liverpool, Pulisic ha detto che non siete riusciti a tenere palla nella trequarti avversaria. Non è preoccupante dopo tre mesi?

"Sono d'accordo. Voglio avere la palla per creare le condizioni per attaccare nel momento giusto. Creare contro il Liverpool non mi sembra facile per nessuna squadra. Ho visto tutte le loro partite, non è facile creare contro di loro. Ma abbiamo avuto 4-5 situazioni in cui potevamo fare meglio decidendo meglio all'ultimo. Il problema non è quante volte abbiamo attaccato, ma quando non abbiamo fatto bene l'ultima scelta. È una questione di ultime scelte. Salah è stato il giocatore che ha toccato meno volte la palla, ma quando l'ha toccata le prima volte ha fatto due tiri e ha preso due traverse. È una questione di scelte e decisioni".

Si dice che Fonseca e Ibra non vanno d'accordo e che a prescindere da domani Fonseca non sarà più l'allenatore del Milan. Mi sembra impossibile che queste voci non siano arrivate anche qua dentro...

"A me no. È la verità. Ho 51 anni, se sento quello di cui parlate voi non posso lavorare. Quindi, a me non importa. Non è importante per me quello di cui si parla. Non è che è vero tutto quello di cui si parla. E per me non è importante, altrimenti come potrei avere tranquillità per lavorare. Se lei posta qualcosa su Instagram e io vado a criticarti sono sicuro che non ti può far piacere. Ecco, se vado dietro a tutte queste cose come faccio a lavorare tranquillo? Per me non è importante. Quello che è importante è quello che sento qui, quello che mi fanno sentire le persone che lavorano con me".

La partita dell'Inter contro il City può essere di ispirazione per il Milan per la sfida di domani per quanto riguarda l'atteggiamento?

"È una domanda per farmi parlare bene dell'Inter? Ma io non voglio".

Morata parlava di scatto in più a livello mentale post Torino. In Champions League si sono ripresentate le stesse problematiche? Come si fa a guarire mentalmente in tre giorni?

"È quello che ho fatto in questa settimana. Ho fatto vedere quello che abbiamo fatto bene. Salah ha preso traversa al minuti 23, prima in fase difensiva abbiamo fatto bene e l'ho fatto vedere ai giocatori, per fargli credere che possiamo fare meglio, hanno le capacità e devono avere fiducia. Il Liverpool è un grande esempio di squadra, hanno preso gol dopo 3 minuti ma hanno giocato sempre allo stesso modo, hanno giocato con la stessa fiducia. Il momento è diverso, loro hanno questa squadra da tanti anni ed è un processo iniziato con Klopp, io voglio che i nostri giocatori abbiano la stessa fiducia: non è che per un gol subito o una traversa allora il nostro gioco deve cambiare, non dobbiamo più rischiare e non dobbiamo più giocare. Non deve cambiare niente, il Liverpool è un grande esempio di squadra che gioca molto bene".

Chi sono i leader di questa squadra che possono guidare il gruppo?

"Non voglio individualizzare. Quando non si vince la cosa più semplice è cercare di trovare scuse. Quando non si vince non ci sono leader, questo o quell'altro. Penso che abbiamo giocatori che sono leader e che fanno bene questo ruolo di essere leader. Il momento è quello che è, ma non c'è mancanza di leadership nel gruppo".

Lei parla tanto di possesso palla, ma senza palla? Secondo lei è giusto essere aggressivi contro l'Inter?

"Penso che non possiamo separare questi momenti. Anche contro l'Inter, quando non abbiamo palla dobbiamo recuperarla velocemente. Non stiamo giocando contro una squadra debole, ci saranno momenti in cui saremo obbligati ad essere bassi e difendere. Contro il Liverpool nei primi 20 minuti abbiamo avuto questa cosa, tutti uniti e squadra corta. Anche Rafa era lì a difendere. L'Inter è una grande squadra, ci saranno momenti in cui dovremo essere corti e bassi. Se non vogliamo avere questi momenti allora non dovremo perdere palla con facilità".

Lei si sente un leone o un gattino?

"Sempre un leone (ride, ndr)".

Le prime cinque partite ci hanno detto che Tomori e Pavlovic è la coppia migliore in difesa visto che sono quelli che hanno giocato di più.

"Io ho gestito le tre partite. È vero che contro il Venezia non abbiamo subito gol, ma era una partita diversa. Col Liverpool era diverso, abbiamo preso gol da calci piazzati. Ho fiducia in tutti i miei difensori centrali. Ho la possibilità di scegliere in base al momento e all'avversario, ed è quello che farò".

Si aspettava un Pulisic così forte?

"Sì, me lo aspettavo. Può giocare in diverse posizioni, è intelligente. Me lo aspettavo".

Una volta ho letto che lei è appassionato di cavalli, come me. Quando parla di fiducia perché vede la squadra allenarsi bene, poi ci sono dei cavalli che la mattina vanno bene, poi in pista meno. Non è che il Milan va bene negli allenamenti e poi soffre in partita mentalmente?

"Io li vedo come i cavalli. Parlo con i giocatori e dico che dobbiamo essere sempre gli stessi, non importa il risultato: dobbiamo avere la nostra identità. È un processo nuovo, quando c'è un cambiamento c'è bisogno di tempo. Ma con fiducia, lavoro e tempo si arriva a dominare tutti i momenti della partita. Penso che stiamo crescendo per essere così".

14.34 - Termina la conferenza di Paulo Fonseca.