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Luci e follia a San Siro: Pedro trascina la Lazio nella pazza notte di Milano
Da San Siro a San Siro, come 5 stagioni fa, la Lazio torna a vincere a Milano contro i rossoneri con un risultato identico, ma con una prestazione totalmente differente e, soprattutto, farcita di tanta, troppa follia. Quota 50 punti, quarto posto in attesa della Juventus, e una prospettiva davvero incoraggiante per il prosieguo della stagione.
RITORNI E FORFAIT - Torna Provedel tra i pali, riposo forzato per Romagnoli: le due novità del pacchetto arretrato. Ancora chance per Tchaouna in attacco, mentre Isaksen vince il ballottaggio con Pedro. Speculare 4-2-3-1 per Conceiçao.
SPRINT - Compatta e frizzante la Lazio in avvio di gara: passano 3 minuti e Dia ha subito l’opportunità di freddare Maignan, ma il duello tra i due lo vince il francese ipnotizzando l’attaccante laziale. I biancocelesti insistono e nel giro di pochi minuti sfiorano ancora il vantaggio con la sgasata vecchio stile di Nuno Tavares, che semina Jimenez penetrando fino all’area piccola, senza poi trovare il rimpallo fortunoso di Pavlovic, che sfiora il più classico degli autogol. Non manca anche il solito episodio sospetto al 12’, sempre con Dia protagonista il quale si fa rimontare all’ultimo istante da Musah con un intervento decisivo che sicuramente colpisce il laziale e, forse, anche il pallone. Il Milan prova a scuotersi con una percussione isolata di Jiménez che, rientrando sul mancino, non trova la porta.
BENEDETTO GOL - La Lazio rialza il baricentro e al 29’ trova finalmente il vantaggio: sovrapposizione con i tempi giusti di Marusic, servito da Tchaouna, destro sul secondo palo con pronta deviazione di Maignan che però non può nulla poi sul tap-in vincente di Zaccagni. Vantaggio meritato per la squadra di Baroni, che nei minuti restanti del primo tempo gioca di rimessa. Il Milan alza il ritmo del fraseggio, trovando soluzioni insidiose con Reijnders e Joao Felix (entrato al 37’ al posto di Musah), ma in entrambi i casi manca il tocco finale. In pieno recupero è ancora la Lazio ad andare vicina al raddoppio con Zaccagni, che sfiora il palo con un destro al volo dopo una ribattuta imprecisa della difesa rossonera.
BOTTA E RISPOSTA - È un Milan rabbioso in avvio di ripresa sempre con gli spunti di Reijnders, Pulisic e Joao Félix, ma la chance più ghiotta è ancora della Lazio grazie all’ennesima sgroppata di Nuno Tavares che guadagna il fondo e trova l’inserimento di Gigot. Non un attaccante, e si vede: piattone preciso ma troppo morbido, Maignan si accartoccia e para. Sono i rossoneri a fare la partita alla ricerca del pareggio: al 52’ Joao Félix non trova la porta da posizione centrale, poco dopo Pulisic non aggancia a tu per tu con Provedel. Un giro di lancette prima Zaccagni con un tiro a giro aveva sfiorato il palo con Maignan immobile. Fuori Tchaouna, dentro un redivivo Vecino (al break Lazzari aveva rilevato Marusic). Brivido al 63’ sul cross di Gabbia con Provedel in tuffo che sventa il pericolo con la complicità di Isaksen.
CROCE, DELIZIA E FOLLIA - In pieno forcing rossonero, Milan in 10: Pavlovic falcia letteralmente Isaksen involato sulla destra, rosso diretto senza appello. Girandola di cambi per Conceiçao che si gioca il tutto per tutto con Thiaw, Jovic e Chukwueze. Proprio quest’ultimo, lasciato colpevolmente solo da Nuno Tavares, acciuffa il pari di testa. Il Milan ha l’inerzia a favore nonostante l’inferiorità numerica, ma la Lazio torna a spingere regalandosi un finale da sogno. Entra anche Noslin, ma la scena è tutta di Isaksen che nel quarto minuto di recupero perfora la difesa rossonera trovando l’intervento disperato di Maignan. Manganiello concede il rinvio ma dopo l’intervento del Var torna sui suoi passi e concede l’inevitabile tiro dal dischetto. Pedro, entrato al posto di Zaccagni al 79', dagli undici metri è una sentenza e condanna il Milan alla terza sconfitta consecutiva, ma soprattutto regala il trionfò biancoceleste a San Siro, dopo 5 anni dall’ultima impresa. La Lazio torna vincere. Per la Champions ci sono anche i folli ragazzi di Baroni.
Pubblicato il 2 marzo
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