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Lazio, il curioso caso di Pedro: lo spagnolo che si rifiuta di invecchiare
Si scrive Pedro ma si può tranquillamente leggere Benjamin Button. È incredibile come lo spagnolo decida di mettere indietro le lancette ogni anno e di apparare sempre più giovane, vivo e brillante. L’esterno nato pronto nel Barcellona di Guardiola, quel giovane “esperto” capace di trasformarsi nel perfetto coltellino svizzero per lo scacchiere tattico di Pep. Il completamento perfetto per Messi e Villa in un attacco da favola. E poi? E poi la vita lo ha portato lontano da Barcellona, va a Londra dove vince anche con il Chelsea e completa il suo percorso di maturazione, seppur rimane sempre con quel volto giovane di chi non ha alcuna intenzione di invecchiare. I ritmi della Premier però sono incessanti e frenetici e Pedro insegue l’elisir di giovinezza in quel di Roma, dopo una breve sosta di un anno sulla sponda giallorossa trova con la Lazio la formula per tornare giovane.
Un esempio per i giovani
Doveva essere un’occasione di mercato per accontentare Sarri, si è trasformato in un colpo clamoroso e un vero e proprio idolo della tifoseria. Sulle note di Raffaella Carrà, un’altra vissuta un po’ con la sindrome di Peter Pan, l’Olimpico canta e salta proprio per Pedro. E lo spagnolo fa di tutto per rimanere a Roma. Sembrava fuori dal progetto lo scorso anno, di fatto lo era quest’estate. Eppure quella che è iniziata un mese fa è la sua quarta stagione alla Lazio alla veneranda età di 37 anni. Almeno questo dice la carta d’identità, perché in realtà Lazio-Nizza ha consegnato un Pedro in versione Barcellona 2010 a Baroni. Gol da cineteca, prestazione a tutto tondo e uno spirito degno del ragazzino che fa il suo esordio con i grandi e che vuole spaccare tutto. “Lui ha ancora due tre anni ad altissimo livello, non ho mai visto un giocatore allenarsi a questo livello, è un piacere vederlo quotidianamente. È in una condizione fisica straripante, ci fa migliorare giorno dopo giorno. Per noi è un modello, se qualche giovane è intelligente lo deve guardare anche quando si mette gli scarpini in spogliatoio". Parole e musica di Baroni, che apprezza quello spagnolo con la sindrome di Peter Pan che ormai si sta trasformando in Benjamin Button.
Un esempio per i giovani
Doveva essere un’occasione di mercato per accontentare Sarri, si è trasformato in un colpo clamoroso e un vero e proprio idolo della tifoseria. Sulle note di Raffaella Carrà, un’altra vissuta un po’ con la sindrome di Peter Pan, l’Olimpico canta e salta proprio per Pedro. E lo spagnolo fa di tutto per rimanere a Roma. Sembrava fuori dal progetto lo scorso anno, di fatto lo era quest’estate. Eppure quella che è iniziata un mese fa è la sua quarta stagione alla Lazio alla veneranda età di 37 anni. Almeno questo dice la carta d’identità, perché in realtà Lazio-Nizza ha consegnato un Pedro in versione Barcellona 2010 a Baroni. Gol da cineteca, prestazione a tutto tondo e uno spirito degno del ragazzino che fa il suo esordio con i grandi e che vuole spaccare tutto. “Lui ha ancora due tre anni ad altissimo livello, non ho mai visto un giocatore allenarsi a questo livello, è un piacere vederlo quotidianamente. È in una condizione fisica straripante, ci fa migliorare giorno dopo giorno. Per noi è un modello, se qualche giovane è intelligente lo deve guardare anche quando si mette gli scarpini in spogliatoio". Parole e musica di Baroni, che apprezza quello spagnolo con la sindrome di Peter Pan che ormai si sta trasformando in Benjamin Button.
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