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Lazio, Lotito: "Non so di nessuna offerta per Immobile. Valuteremo quando la riceveremo"
Claudio Lotito, presidente della Lazio, ha parlato di molti argomenti ai microfoni dei media presenti, tra cui TMW, a margine dell'incontro avvenuto con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in Campidoglio, tra cui anche quello relativo alla possibile cessione di Ciro Immobile: "Mi sta dicendo lei dell'offerta, io non la conosco. È come quello che dice che si sposa ma non conosce la sposa. Non lo so, lo dico con tutta onestà: la mia società non ha ricevuto nessuna offerta. Immobile è un giocatore della Lazio, ha un contratto con la Lazio. La società non ha ricevuto nessuna offerta da un altro club che vuole acquisirlo. Nel momento in cui la riceverà, la valuterà. Noi a oggi non abbiamo ricevuto nessuna offerta".
Pensa di costruire una squadra che potrà competere con tutti come ha detto in passato o cambieranno i presupposti?
"Non è cambiato nessun presupposto. Nessuno sta facendo un ridimensionamento della società, tutt'altro. Stiamo ristrutturando un'organizzazione in modo diverso perché fare calcio oggi è diverso da quello di 15-10 anni fa. Oggi il calcio è più legato alle potenzialità fisiche, allo spirito di gruppo e un po' meno alle singole peculiarità. Non a caso abbiamo preso un allenatore che valorizza la squadra. Ne va allestita una competitiva, che deve lavorare all'unisono per raggiungere gli obiettivi. Dal momento in cui ci sono delle discrasie nello spogliatoio che determinano una non omogeneità nei comportamenti, non un affiatamento e non un'unità di intenti, si possono creare delle situazioni come lo scorso anno dove, nonostante fossimo competitivi, e lo dicono i fatti, non siamo andati in Champions perché abbiamo perso con squadre meno attrezzate di noi come Salernitana, Lecce, Genoa".
Clicca qui per leggere tutte le altre parole di Claudio Lotito.
Pensa di costruire una squadra che potrà competere con tutti come ha detto in passato o cambieranno i presupposti?
"Non è cambiato nessun presupposto. Nessuno sta facendo un ridimensionamento della società, tutt'altro. Stiamo ristrutturando un'organizzazione in modo diverso perché fare calcio oggi è diverso da quello di 15-10 anni fa. Oggi il calcio è più legato alle potenzialità fisiche, allo spirito di gruppo e un po' meno alle singole peculiarità. Non a caso abbiamo preso un allenatore che valorizza la squadra. Ne va allestita una competitiva, che deve lavorare all'unisono per raggiungere gli obiettivi. Dal momento in cui ci sono delle discrasie nello spogliatoio che determinano una non omogeneità nei comportamenti, non un affiatamento e non un'unità di intenti, si possono creare delle situazioni come lo scorso anno dove, nonostante fossimo competitivi, e lo dicono i fatti, non siamo andati in Champions perché abbiamo perso con squadre meno attrezzate di noi come Salernitana, Lecce, Genoa".
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