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Se il nostro Sinner è in perenne ballottaggio con un 2005 turco abbiamo un grosso problema. Marzo è alle porte e non c'è in Serie A un giocatore italiano in doppia cifra. Spalletti, sarà più difficile di tre anni fa
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale
Federico Chiesa non riesce proprio a scrollarsi di dosso l'etichetta di calciatore talentuoso che potrebbe dare molto di più. Ha dalla sua qualità tecniche che oggi fatichi a trovare in un altro attaccante italiano, ma sono ormai lontani i tempi in cui raggiungeva regolarmente la doppia cifra. L'ha fatto per due volte alla Fiorentina, ci è riuscito nel primo anno juventino. Poi dopo l'Europeo vinto da protagonista è rapidamente precipitato in un tunnel da cui fatica a venir fuori. A fine febbraio è a sei gol realizzati, quattro dei quali arrivati nelle prime cinque giornate di campionato.
Il ruolo in cui gioca nelle ultime settimane è diventato uno dei grandi argomenti nazional-popolari attorno a cui dividersi. Domenica è uscito intorno all'ora di gioco a favore di Kenan Yildiz, attaccante turco 2005 con cui da ormai due mesi è perennemente in ballottaggio. Ed è uscito tra i fischi dei tifosi della Juve.
Il problema non è tanto il calo di Chiesa. Ma il fatto che l'attaccante classe 1997 dopo due anni e mezzo sottotono sia ancora il nostro fuoriclasse. Lo pensa in maniera abbastanza trasversale il tifoso medio, lo pensa soprattutto il nostro commissario tecnico, quel Luciano Spalletti che a metà novembre lo paragonò all'atleta più importante che oggi abbiamo in Italia: "Non è vero che noi non abbiamo un fuoriclasse come Sinner. Non lo abbiamo avuto nelle scorse partite, ma adesso è tornato: è Federico Chiesa". A leggerle oggi, a distanza di tre mesi, quelle dichiarazioni fanno ancora più effetto. Perché Sinner nel frattempo ha vinto un Australian Open, mentre Chiesa ha realizzato due gol in undici partite. Perché Sinner è oggi il numero 3 al mondo, Chiesa chissà se è tra i 30 migliori calciatori. Probabilmente no.
Però Chiesa, nonostante tutto, resta davvero il miglior calciatore che abbiamo. E questo deve farci riflettere soprattutto sul resto. Marzo è ormai alle porte e non c'è ancora in Serie A un calciatore italiano in doppia cifra: i migliori marcatori, con nove gol, sono fino a questo momento Domenico Berardi, Riccardo Orsolini e Andrea Pinamonti. A seguire il flaco Colpani e Bonaventura con sette, poi una lunga serie di calciatori a sei reti: Lucca, Politano e Scamacca. Retegui e Immobile. Oltre a Chiesa appunto, il calciatore che spera nella cura Spalletti per ritrovare strappi e fiducia. Gol e sorrisi.
Luciano Spalletti diramerà le convocazioni il prossimo 7 giugno, a otto giorni dall'esordio contro l'Albania. E tre giorni fa nel corso di una intervista alla 'Gazzetta dello Sport' ha dichiarato di voler vincere quell'Europeo e poi il Mondiale: "Poi possiamo uscire anche subito, ma i discorsi che faccio alla squadra sono quelli che si aspettano tutti gli italiani: noi si va in Germania per vincere, non per partecipare", ha detto.
Discorsi che è giusto fare, doverosi se guidi una Nazionale che ha nel suo palmares quattro Mondiali ed è campione d'Europa in carica. Discorsi che faceva anche Roberto Mancini, bravo poi nel 2021 a riuscire in una impresa che è comunque meno impresa di quella che servirebbe la prossima estate.
Perché allora c'era la coppia Chiellini-Bonucci nel momento più maturo della sua carriera, c'erano Verratti e Jorginho all'apice del loro rendimento. C'era un Immobile da venti gol in Serie A, un Insigne da 19 e un Chiesa da 14 reti in campionato. C'era una interminabile serie di risultati positivi che avevano preparato il terreno e portato alle stelle l'autostima del gruppo. Tra tre mesi, invece, tutte queste certezze non ci saranno. Ci sarà da costruire un'impresa in pochi giorni.
Il ruolo in cui gioca nelle ultime settimane è diventato uno dei grandi argomenti nazional-popolari attorno a cui dividersi. Domenica è uscito intorno all'ora di gioco a favore di Kenan Yildiz, attaccante turco 2005 con cui da ormai due mesi è perennemente in ballottaggio. Ed è uscito tra i fischi dei tifosi della Juve.
Il problema non è tanto il calo di Chiesa. Ma il fatto che l'attaccante classe 1997 dopo due anni e mezzo sottotono sia ancora il nostro fuoriclasse. Lo pensa in maniera abbastanza trasversale il tifoso medio, lo pensa soprattutto il nostro commissario tecnico, quel Luciano Spalletti che a metà novembre lo paragonò all'atleta più importante che oggi abbiamo in Italia: "Non è vero che noi non abbiamo un fuoriclasse come Sinner. Non lo abbiamo avuto nelle scorse partite, ma adesso è tornato: è Federico Chiesa". A leggerle oggi, a distanza di tre mesi, quelle dichiarazioni fanno ancora più effetto. Perché Sinner nel frattempo ha vinto un Australian Open, mentre Chiesa ha realizzato due gol in undici partite. Perché Sinner è oggi il numero 3 al mondo, Chiesa chissà se è tra i 30 migliori calciatori. Probabilmente no.
Però Chiesa, nonostante tutto, resta davvero il miglior calciatore che abbiamo. E questo deve farci riflettere soprattutto sul resto. Marzo è ormai alle porte e non c'è ancora in Serie A un calciatore italiano in doppia cifra: i migliori marcatori, con nove gol, sono fino a questo momento Domenico Berardi, Riccardo Orsolini e Andrea Pinamonti. A seguire il flaco Colpani e Bonaventura con sette, poi una lunga serie di calciatori a sei reti: Lucca, Politano e Scamacca. Retegui e Immobile. Oltre a Chiesa appunto, il calciatore che spera nella cura Spalletti per ritrovare strappi e fiducia. Gol e sorrisi.
Luciano Spalletti diramerà le convocazioni il prossimo 7 giugno, a otto giorni dall'esordio contro l'Albania. E tre giorni fa nel corso di una intervista alla 'Gazzetta dello Sport' ha dichiarato di voler vincere quell'Europeo e poi il Mondiale: "Poi possiamo uscire anche subito, ma i discorsi che faccio alla squadra sono quelli che si aspettano tutti gli italiani: noi si va in Germania per vincere, non per partecipare", ha detto.
Discorsi che è giusto fare, doverosi se guidi una Nazionale che ha nel suo palmares quattro Mondiali ed è campione d'Europa in carica. Discorsi che faceva anche Roberto Mancini, bravo poi nel 2021 a riuscire in una impresa che è comunque meno impresa di quella che servirebbe la prossima estate.
Perché allora c'era la coppia Chiellini-Bonucci nel momento più maturo della sua carriera, c'erano Verratti e Jorginho all'apice del loro rendimento. C'era un Immobile da venti gol in Serie A, un Insigne da 19 e un Chiesa da 14 reti in campionato. C'era una interminabile serie di risultati positivi che avevano preparato il terreno e portato alle stelle l'autostima del gruppo. Tra tre mesi, invece, tutte queste certezze non ci saranno. Ci sarà da costruire un'impresa in pochi giorni.
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