
Finalmente anche Fusetti avrà il suo funerale. L'incredibile storia dell'ex della Juventus
Marileno Fusetti · Nato il: 23 marzo 1951 · Nazionalità: Italia. Giorno della morte: 19.02.2025 (73); Posizione: Centrocampo.
"Marileno era un talento, uno di quelli veri, una mezz'ala sinistra, che ha giocato per una decina d'anni nel settore giovanile della Juve di Mario Pedrale: è stato al Viareggio con la squadra di Viola e Rolfo, nel '71 con la De Martino ha sfidato la prima squadra"
Mezz'ala sinistra dal talento cristallino, cresciuto nelle giovanili della Juventus negli Anni '60.
Le cronache dell'epoca lo descrivono come una giovane promessa destinata a lasciare un segno indelebile nella storia del calcio italiano. Così non è stato, anzi. Più che una vita ricca di successi e trionfi, si è trattata di una parabola discendente, terminata in un silenzio struggente mercoledì 19 febbraio 2025. È la storia di Marileno Fusetti, ex calciatore classe 1951, morto in solitudine all'ospedale Mauriziano di Torino, senza familiari o parenti. Da quel giorno nessuno si è presentato per reclamare il corpo e la sua salma, ancora oggi, si trova nell'obitorio delle mura ospedaliere, in attesa di una degna sepoltura che gli ex compagni di squadra stanno cercando di garantirgli attraverso una colletta.
Tra alti e bassi
«Marileno era un talento, uno di quelli veri», usa queste parole Roberto Quaglia, suo compagno di squadra e oggi organizzatore di eventi tra ex calciatori bianconeri, per descrivere le sue qualità a La Stampa. Così forte da strappare, spesso e volentieri, il posto da titolare a Fernando Viola, vincitore di due scudetti con la maglia bianconera. Nonostante le ottime speranze considerate le qualità tecniche, terminato il settore giovanile Fusetti non riesce ad affermarsi pienamente tra i grandi e inizia a cambiare squadre indossando diverse casacche tra i campionati minori in giro per l'Italia, tra cui quella della Pistoiese, del Benevento e del Campobasso.
Il vizio del gioco
Il declino inizia nel 1982, una volta appesi gli scarpini al chiodo. Le difficoltà economiche,
aggravate dal vizio del gioco d’azzardo, lo spingono verso una perdita totale di equilibrio. Cerca di reinventarsi in diversi mestieri: commesso in negozi a Torino, elettricista e venditore di surgelati. Nessun lavoro, però, dura a lungo. «Spendeva tutto ciò che guadagnava. Un giorno, poi, mi ha chiamato dicendomi che si era trasferito a Lerma, nell’Alessandrino. Aveva trovato una compagna e viveva in una villa proprio di fronte alla casa di Ornella Muti. Sembrava sereno, fino a quando non litigò con la compagna e si separò: da lì abbiamo perso le sue tracce», racconta Quaglia.
Gli ultimi anni da clochard
Da quel momento in poi, è arrivato il tracollo definitivo di Marileno Fusetti: «Sappiamo che negli ultimi tempi – spiega l'ex compagno di squadra – viveva come poteva, qualche volta dormiva all’addiaccio in Galleria San Federico con altri clochard. Aveva anche occupato abbusivamente degli appartamenti insieme ad altre persone. Era diventato impossibile contattarlo». Un astro nascente del calcio che non ha rispettato le alte aspettative e, forse, le stesse lo hanno condizionato per il resto della sua vista, rendendolo fragile e vulnerabile, fino a ritrovarsi completamente solo.
Da LEGGO.IT
Mezz'ala sinistra dal talento cristallino, cresciuto nelle giovanili della Juventus negli Anni '60.
Le cronache dell'epoca lo descrivono come una giovane promessa destinata a lasciare un segno indelebile nella storia del calcio italiano. Così non è stato, anzi. Più che una vita ricca di successi e trionfi, si è trattata di una parabola discendente, terminata in un silenzio struggente mercoledì 19 febbraio 2025. È la storia di Marileno Fusetti, ex calciatore classe 1951, morto in solitudine all'ospedale Mauriziano di Torino, senza familiari o parenti. Da quel giorno nessuno si è presentato per reclamare il corpo e la sua salma, ancora oggi, si trova nell'obitorio delle mura ospedaliere, in attesa di una degna sepoltura che gli ex compagni di squadra stanno cercando di garantirgli attraverso una colletta.
Tra alti e bassi
«Marileno era un talento, uno di quelli veri», usa queste parole Roberto Quaglia, suo compagno di squadra e oggi organizzatore di eventi tra ex calciatori bianconeri, per descrivere le sue qualità a La Stampa. Così forte da strappare, spesso e volentieri, il posto da titolare a Fernando Viola, vincitore di due scudetti con la maglia bianconera. Nonostante le ottime speranze considerate le qualità tecniche, terminato il settore giovanile Fusetti non riesce ad affermarsi pienamente tra i grandi e inizia a cambiare squadre indossando diverse casacche tra i campionati minori in giro per l'Italia, tra cui quella della Pistoiese, del Benevento e del Campobasso.
Il vizio del gioco
Il declino inizia nel 1982, una volta appesi gli scarpini al chiodo. Le difficoltà economiche,
aggravate dal vizio del gioco d’azzardo, lo spingono verso una perdita totale di equilibrio. Cerca di reinventarsi in diversi mestieri: commesso in negozi a Torino, elettricista e venditore di surgelati. Nessun lavoro, però, dura a lungo. «Spendeva tutto ciò che guadagnava. Un giorno, poi, mi ha chiamato dicendomi che si era trasferito a Lerma, nell’Alessandrino. Aveva trovato una compagna e viveva in una villa proprio di fronte alla casa di Ornella Muti. Sembrava sereno, fino a quando non litigò con la compagna e si separò: da lì abbiamo perso le sue tracce», racconta Quaglia.
Gli ultimi anni da clochard
Da quel momento in poi, è arrivato il tracollo definitivo di Marileno Fusetti: «Sappiamo che negli ultimi tempi – spiega l'ex compagno di squadra – viveva come poteva, qualche volta dormiva all’addiaccio in Galleria San Federico con altri clochard. Aveva anche occupato abbusivamente degli appartamenti insieme ad altre persone. Era diventato impossibile contattarlo». Un astro nascente del calcio che non ha rispettato le alte aspettative e, forse, le stesse lo hanno condizionato per il resto della sua vista, rendendolo fragile e vulnerabile, fino a ritrovarsi completamente solo.
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