
I soldi hanno rovinato Joao Felix. Ha la pressione di dovere fare la differenza sempre
I soldi non fanno la felicità. Soprattutto se ti chiami Joao Felix, quindi tautologicamente già abbastanza contento di tuo. Alle volte però avere troppe pressioni rovinano i giocatori, così come firmare contratti di altissimo livello. La storia del portoghese è molto semplice: prima stagione da predestinato totale, con 19 gol e 11 assist in tutte le competizioni, di cui 15 nella Superliga. Nel girone di ritorno il Benfica vince 18 partite su 19, pareggiandone una sola. È poco più che diciannovenne al termine della stagione, è già paragonato a Cristiano Ronaldo, a Neymar. Tanto da attirare su di sé le attenzioni di tutti i club di primissima fascia, con l'Atletico Madrid che deve sostituire Griezmann e lo fa proprio con lui.
127 milioni di euro. Gli Atletico del Cholo, al netto dell'ultimo anno, sono sempre stati iper difensivi. Così Joao Felix fa una fatica immane a imporsi, a imparare cos'è la fatica e la fase difensiva, perdendo brillantezza. Magari anche il Covid non aiuta, anche se alla prima stagione sono sei gol in campionato e tre in Champions, in sei partite. Numeri sostanzialmente identici a quelli dell'anno dopo e pure di quello successivo. "Stavo cercando di cambiare aria da tempo, perché è stato difficile abituarmi al modo di giocare - ha detto dopo il suo primo trasferimento al Chelsea - Simeone? Tutti lo conoscono, tutti sanno cosa ha vinto. E' un ottimo allenatore. Ha il suo modo di capire e vedere il calcio che gli altri non hanno. Questo è buono per qualcuno e sbagliato per altri, ma ha la sua virtù e questo lo rende un buon allenatore".
Il problema è dato anche dalle pressioni, appunto. Si pensava che Joao Felix fosse un predestinato, un Lamine Yamal. Ma ci sono stati due sbagli: il primo è accettare un trasferimento all'Atletico Madrid e non in un club meno attaccato alla fase difensiva. Secondariamente la valutazione: troppo alta che lo rende, di fatto, un prigioniero. Lo ha reso lì e lo sta rendendo ora, perché guadagna tantissimo al Chelsea ed è stato pagato, nella sua carriera, 200 milioni. Non c'è ambientamento che tenga, Joao Felix deve fare la differenza sempre. Anche al Milan.
127 milioni di euro. Gli Atletico del Cholo, al netto dell'ultimo anno, sono sempre stati iper difensivi. Così Joao Felix fa una fatica immane a imporsi, a imparare cos'è la fatica e la fase difensiva, perdendo brillantezza. Magari anche il Covid non aiuta, anche se alla prima stagione sono sei gol in campionato e tre in Champions, in sei partite. Numeri sostanzialmente identici a quelli dell'anno dopo e pure di quello successivo. "Stavo cercando di cambiare aria da tempo, perché è stato difficile abituarmi al modo di giocare - ha detto dopo il suo primo trasferimento al Chelsea - Simeone? Tutti lo conoscono, tutti sanno cosa ha vinto. E' un ottimo allenatore. Ha il suo modo di capire e vedere il calcio che gli altri non hanno. Questo è buono per qualcuno e sbagliato per altri, ma ha la sua virtù e questo lo rende un buon allenatore".
Il problema è dato anche dalle pressioni, appunto. Si pensava che Joao Felix fosse un predestinato, un Lamine Yamal. Ma ci sono stati due sbagli: il primo è accettare un trasferimento all'Atletico Madrid e non in un club meno attaccato alla fase difensiva. Secondariamente la valutazione: troppo alta che lo rende, di fatto, un prigioniero. Lo ha reso lì e lo sta rendendo ora, perché guadagna tantissimo al Chelsea ed è stato pagato, nella sua carriera, 200 milioni. Non c'è ambientamento che tenga, Joao Felix deve fare la differenza sempre. Anche al Milan.
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