
Maifredi: "Forse Motta, come me, si è sentito un Dio in terra arrivando alla Juventus"
Da Bologna alla Juventus. Due storie che sono simili per come sono iniziate e come sono andate a finire, differenti per le motivazioni. Sono quelle fra Gigi Maifredi, allenatore bianconero nella stagione 1990-91, e Thiago Motta, ex mister della Vecchia Signora esonerato la scorsa settimana e sostituito da Igor Tudor. Proprio l'ex mister rossoblù che ha guidato fra i tanti anche Roberto Baggio e Totò Schillaci ha parlato ai taccuini dell'edizione odierna della Gazzetta dello Sport:
"Forse, ed è una sensazione - ha raccontato - che lui come me si è sentito un Dio in terra arrivando alla Juve. Ma io avevo 14 giocatori, io andavo per cambiare il modo di pensare calcio e lui per migliorare un calcio che già c’era. Io venivo da 6 anni strepitosi: e magari pensavo di essere più avanti degli altri. L’accostamento fra me e Motta è semplicemente banale.
Alla Juve volevo fare il 4-3-3 - ha proseguito Maifredi nella chiacchierata col quotidiano -. Hassler a destra con Casiraghi e Baggio con la “11” solo che firmò un contratto in cui era prevista solo la 10. Il mio centrocampo ideale: un play, un Pecci, e due interni. Se mi avessero preso Dunga, su consiglio di Robi...
"Forse, ed è una sensazione - ha raccontato - che lui come me si è sentito un Dio in terra arrivando alla Juve. Ma io avevo 14 giocatori, io andavo per cambiare il modo di pensare calcio e lui per migliorare un calcio che già c’era. Io venivo da 6 anni strepitosi: e magari pensavo di essere più avanti degli altri. L’accostamento fra me e Motta è semplicemente banale.
Alla Juve volevo fare il 4-3-3 - ha proseguito Maifredi nella chiacchierata col quotidiano -. Hassler a destra con Casiraghi e Baggio con la “11” solo che firmò un contratto in cui era prevista solo la 10. Il mio centrocampo ideale: un play, un Pecci, e due interni. Se mi avessero preso Dunga, su consiglio di Robi...
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