
Casa popolare a Stefano Tacconi, la moglie: "Nessun favoritismo, ne ha diritto"
Polemiche a Milano per il rapido cambio di alloggio assegnato dall'Aler - l’ente che si occupa di edilizia popolare della Lombardia - a Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus che nel 2022 ha rischiato la vita per un’ischemia celebrale. La vicenda è assurta agli onori delle cronache negli ultimi giorni: sua moglie Laura Speranza ha partecipato a un bando che si è chiuso ad aprile 2023, con graduatoria pubblicata il 5 maggio e contratto firmato il 7 luglio. Dopo aver vissuto per un paio di mesi alle porte di Milano, la famiglia Tacconi ha ottenuto subito lo scambio, spostandosi in un’altra casa a Milano Sud. Tempi che hanno portato alcuni esponenti dell’opposizione comunale a sollevare qualche dubbio.
I tempi ordinaria per un cambio di alloggio si aggirano sui 12 mesi, scrive gazzetta.it, ma secondo l’Aler è possibile ottenere una deroga in caso di comprovati aggravamenti medici o di altre circostanze documentate. Al portale della rosea è proprio Laura Speranza a spiegare la situazione: “Volevamo una casa dove non ci fossero barriere architettoniche. In quella di prima, nell’hinterland milanese, c’era una scala curva, difficile da affrontare per un uomo in sedia a rotelle, oltre a una serie di altre problematiche. Aveva l’ascensore, si trovava al primo piano, ma era tutto più complicato del previsto, così ho fatto la richiesta per ottenere un altro appartamento più consono a noi.
Le polemiche non mi sono piaciute, ci sono rimasta male. Mio marito ha una disabilità del 100% e quindi ha il diritto alla casa. Il tutto è stato fatto rispettando la procedura nei tempi giusti. Tra l’altro, al netto di una ripresa graduale, quando c’è da fare tratti più lunghi deve spostarsi sempre e solo con la sedia a rotelle. Per lui è fondamentale avere una casa funzionale alle sue esigenze. Nell’ultimo periodo le cose stanno andando meglio, si sta riprendendo ed è sempre forte, il più forte di tutti, ma abbiamo vissuto un incubo”.
I tempi ordinaria per un cambio di alloggio si aggirano sui 12 mesi, scrive gazzetta.it, ma secondo l’Aler è possibile ottenere una deroga in caso di comprovati aggravamenti medici o di altre circostanze documentate. Al portale della rosea è proprio Laura Speranza a spiegare la situazione: “Volevamo una casa dove non ci fossero barriere architettoniche. In quella di prima, nell’hinterland milanese, c’era una scala curva, difficile da affrontare per un uomo in sedia a rotelle, oltre a una serie di altre problematiche. Aveva l’ascensore, si trovava al primo piano, ma era tutto più complicato del previsto, così ho fatto la richiesta per ottenere un altro appartamento più consono a noi.
Le polemiche non mi sono piaciute, ci sono rimasta male. Mio marito ha una disabilità del 100% e quindi ha il diritto alla casa. Il tutto è stato fatto rispettando la procedura nei tempi giusti. Tra l’altro, al netto di una ripresa graduale, quando c’è da fare tratti più lunghi deve spostarsi sempre e solo con la sedia a rotelle. Per lui è fondamentale avere una casa funzionale alle sue esigenze. Nell’ultimo periodo le cose stanno andando meglio, si sta riprendendo ed è sempre forte, il più forte di tutti, ma abbiamo vissuto un incubo”.
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