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Peruzzi: "'Deficiente, tocca a te'. Questo mi disse Pruzzo il giorno del mio debutto"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
Oggi alle 19:00Serie A
di Simone Lorini

Peruzzi: "'Deficiente, tocca a te'. Questo mi disse Pruzzo il giorno del mio debutto"

Angelo Peruzzi, nel corso della sua intervista al Corriere della Sera, ha spiegato le particolarissime circostanza del suo esordio in Serie A: "17 anni, ero riserva. Dopo il malore a Tancredi Liedholm dice: fate entrare il ragazzino. Tutta la panchina si volta e io che ero l’ultimo, mi volto: vedo i barellieri. Pruzzo dal campo: deficiente, tocca a te".

Poi un anno a Verona.
"Lontano da casa, fu dura. Giocai bene, ma ero solo. Mi salvarono le figurine Panini. Mi fecero compagnia".


Il ritorno a Roma, un grande futuro davanti e il Lipopil, le pasticche per dimagrire a base di fentermina, vietate: il controllo antidoping, la squalifica per doping di 12 mesi. Un mondo che crolla.
"Ero ingenuo, un "bambacione". Finii dentro quella brutta storia. Solo il grande presidente Viola fu gentile con me. Gli altri? Spietati. Tornai a casa: i giornalisti, la vergogna con la gente di Blera. Mesi d’inferno. Ma divenni uomo. Non mi fidai più di nessuno. E poi squillò il telefono".

Chi c’era dall’altra parte?
"Montezemolo. Mi voleva la Juve: tornai a vivere. Ma poi quella Juve lì saltò per aria e pensai: è finita anche stavolta. Invece Boniperti mantenne la parola e mi chiamò a Torino. Peruzzi, mi disse, capelli corti, vestiti civili. Lei pensi a giocare a tutto il resto pensiamo noi".