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Cambiaso parla di Spalletti: "Ci chiede di giocare a pallone, come fa anche Thiago Motta"
"Come ho fatto ad arrivare qui è una bella domanda, non me lo so spiegare neanche io. È stato un percorso bellissimo, mi auguro che sia ancora all’inizio di questo sogno che piano piano sto realizzando". Parla così Andrea Cambiaso nell'intervista rilasciata a Vivo Azzurro TV in occasione dell’ultimo raduno della Nazionale a Coverciano. Se deve riconoscersi un merito, Cambiaso - che ha segnato il primo gol in maglia azzurra contro il Belgio - non ha dubbi: "La tenacia, la fame che ho avuto sin da piccolo. Ho sempre creduto in me stesso e così sono arrivato fino alla Nazionale".
Un anno fa è arrivata la prima convocazione in Nazionale: “Era il giorno prima di Juventus-Cagliari e il team manager mi ha dato la notizia. Quasi non ci credevo. Ho chiamato subito i miei genitori e mio padre mi ha detto ‘vabbè, andrai lì a fare il porta borracce’. Era contentissimo, ma voleva che rimanessi con i piedi per terra. Questa è una cosa che ho imparato bene da lui”.
Per l’esordio bisogna aspettare la tournée americana di marzo, tre mesi dopo è tra i convocati per l’Europeo, dove giocherà tre partite tutte da subentrato. Luciano Spalletti lo descrive come un calciatore di cui è facile innamorarsi: “Con il mister c’è un ottimo rapporto, è un uomo di campo ed è bello avere a che fare con persone che hanno grande passione per questo sport. Lui ci chiede di giocare a pallone, come fa anche Thiago Motta, e di essere sempre disponibili con il compagno: questo lo abbiamo fatto vedere, soprattutto nelle ultime partite”.
Il primo gol in maglia azzurra, come detto, è storia recente. Lo scorso 10 ottobre allo Stadio Olimpico di Roma, davanti a 40.000 spettatori, gli basta un minuto per sbloccare il risultato con il Belgio: “È stato incredibile, lì per lì non ho esultato tantissimo perché temevo di essere in fuorigioco. Quando dopo il controllo VAR ho visto che l’arbitro indicava il centro del campo è stata un’emozione fortissima".
Un anno fa è arrivata la prima convocazione in Nazionale: “Era il giorno prima di Juventus-Cagliari e il team manager mi ha dato la notizia. Quasi non ci credevo. Ho chiamato subito i miei genitori e mio padre mi ha detto ‘vabbè, andrai lì a fare il porta borracce’. Era contentissimo, ma voleva che rimanessi con i piedi per terra. Questa è una cosa che ho imparato bene da lui”.
Per l’esordio bisogna aspettare la tournée americana di marzo, tre mesi dopo è tra i convocati per l’Europeo, dove giocherà tre partite tutte da subentrato. Luciano Spalletti lo descrive come un calciatore di cui è facile innamorarsi: “Con il mister c’è un ottimo rapporto, è un uomo di campo ed è bello avere a che fare con persone che hanno grande passione per questo sport. Lui ci chiede di giocare a pallone, come fa anche Thiago Motta, e di essere sempre disponibili con il compagno: questo lo abbiamo fatto vedere, soprattutto nelle ultime partite”.
Il primo gol in maglia azzurra, come detto, è storia recente. Lo scorso 10 ottobre allo Stadio Olimpico di Roma, davanti a 40.000 spettatori, gli basta un minuto per sbloccare il risultato con il Belgio: “È stato incredibile, lì per lì non ho esultato tantissimo perché temevo di essere in fuorigioco. Quando dopo il controllo VAR ho visto che l’arbitro indicava il centro del campo è stata un’emozione fortissima".
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