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E se per una volta Sartori avesse sbagliato gli acquisti? Erlic, Casale e Dallinga per sostituire Calafiori e Zirkzee. Nell'anno dello storico ritorno in Champions, ha costruito con Di Vaio un Bologna pieno di scommesseTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 08:00Editoriale
di Raimondo De Magistris

E se per una volta Sartori avesse sbagliato gli acquisti? Erlic, Casale e Dallinga per sostituire Calafiori e Zirkzee. Nell'anno dello storico ritorno in Champions, ha costruito con Di Vaio un Bologna pieno di scommesse

Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale
Il Bologna tornato in Champions League sessant'anni dopo l'ultima volta questa sera disputerà la sua seconda trasferta inglese dopo quella di Liverpool. Dopo il pareggio casalingo con lo Shakhtar e la sconfitta contro i reds, la squadra di Vincenzo Italiano affronterà un'Aston Villa che quest'anno sta ricevendo solo conferme da un progetto Emery che va a gonfie vele anche con l'asticella più alta.
Da tre anni a questa parte i villans crescono in maniera rapida ma costante. A Bologna, invece, l'exploit è stato decisamente più clamoroso e repentino. Un anno fa di questi tempi nessuno in Emilia poteva anche solo ipotizzare la qualificazione in Champions League, l'obiettivo a settembre era l'accesso in Conference. Poi è successo quello che è successo: una cavalcata trionfante, un finale da sogno.

Una vittoria nelle prime dieci partite
Il risveglio però è stato più brusco del previsto. Nelle prime dieci partite della stagione il Bologna ha conquistato una sola vittoria: è la squadra con la più alta percentuale di pareggi nei top-campionati europei, un segno 'X' da cui non ha derogato nemmeno sabato pomeriggio quando a Marassi sembrava in pieno controllo della partita. E invece col Genoa è finita 2-2. "Purtroppo quest'anno al primo errore veniamo puniti", ha detto Vincenzo Italiano che oggi - al pari di altri protagonisti - è sul piatto degli imputati perché nel difficile compito di sostituire Thiago Motta non ha lesinato in errori.
Italiano ha le sue colpe per una pareggite da cui il Bologna non riesce a liberarsi, però scavando un po' più a fondo l'allenatore non sembra oggi il principale problema del Bologna: c'è da chiedersi perché, nell'estate dello storico di ritorno in Champions League, la società abbia deciso di operare in questo modo.


Erlic, Casale e Dallinga per sostituire Calafiori e Zirkzee
Giovanni Sartori è da anni uno dei migliori dirigenti italiani in circolazione. Un anno fa, per la terza volta nella sua carriera, s'è reso protagonista di un autentico miracolo portando in Champions League una squadra che fino a quel momento da Champions non lo era mai stata. Ci riuscì col Chievo, s'è ripetuto con l'Atalanta e poi a Bologna l'incoronazione. Il terzo indizio per provare definitivamente la sua bravura.
Però dato che si vive di cronaca e non di storia oggi Sartori, insieme a Di Vaio, è il dirigente che nell'estate dello storico ritorno in Champions League del Bologna avrebbe dovuto migliorare il Bologna e invece non l'ha fatto. Anzi.
Regista avanzato, uomo squadra ma anche capace di andare in doppia cifra, Joshua Zirkzee nella scorsa stagione è stato il fulcro attorno a cui ruotava tutta la fortuna del Bologna: è stato sostituito da Thijs Dallinga, olandese del Tolosa reduce da due stagioni in doppia cifra in Ligue 1 che in Italia, a fine ottobre, ancora non ha timbrato il cartellino. E quindi nelle gerarchie è finito alle spalle di Castro.
Ancora peggio è andata in difesa perché a prendere il posto di Riccardo Calafiori - il miglior difensore dell'ultima Serie A - sono stati due giocatori: da un lato Erlic, reduce dalla retrocessione al Sassuolo, dall'altro Casale, riserva della Lazio. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Non è stato un calciomercato da Champions
Il Bologna doveva confermarsi dopo aver sorpreso e incantato, doveva fare un passo avanti e invece rischia di farne due indietro. Senza alcuna esperienza in Champions aveva il compito di sostituire chi ha ribaltato in positivo la scorsa stagione con calciatori di livello superiore, che ben conoscessero la doppia competizione e cosa volesse dire giocare ogni tre giorni.
Invece è stato messo in piedi un calciomercato esattamente identico a quelli precedenti, con poche certezze e tante scommesse da vincere. Un calciomercato che va bene quando giochi una volta a settimana, quando non hai pressioni né particolari obiettivi, ma molto meno quando già a fine ottobre ti giochi la stagione. Già, perché le partite per i rossoblù iniziano già ad avere un peso specifico molto alto: stasera al Villa Park la sconfitta è da evitare a tutti i costi e domenica in campionato bisognerà migliorare una classifica che in questo momento recita tredicesimo posto.