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Branca: "Motta non andò via dall'Inter per colpa mia. Mi fa piacere vederlo allenare ad alti livelli"
Ai microfoni di TvPlay è intervenuto l’ex calciatore e dirigente dell’Inter Marco Branca, che ha spiegato così alcuni dettagli della sua esperienza nerazzurra: "A distanza di abbastanza anni sento sempre l’affetto degli interisti, quando mi incontrano mi elogiano e fa parte del gioco. Come per Juve e Milan c’erano Agnelli e Berlusconi, per noi c’era Massimo Moratti e va benissimo cosi.
L’addio di Thiago Motta per colpa mia? Credo che sia l’esatto contrario, io gli dissi che avrei preferito parlarne a fine campionato, lui voleva il PSG e voleva quest’esperienza già a gennaio. Io non ero assolutamente d’accordo. Mi fa piacere vederlo come allenatore ad alti livelli, è molto bravo. Un grande professionista e credo si stia meritando questo upgrade da Bologna alla Juventus".
Quale calciatore ti ha più deluso nella tua esperienza da dirigente?
"Nessuno perché se si fa il dirigente quello che conta è la vittoria finale della squadra, uno vince quello che merita di vincere. Anche se uno ha grandissime qualità e non riesce, significa che manca qualcosa, non ci possono essere rimpianti. Uno ha fatto quello che poteva fare. Un colpo di cui andar fiero? Io sono contento di aver fatto parte di quel gruppo, della squadra (l’Inter) che ha fatto bene e ha vinto tanto".
L’addio di Thiago Motta per colpa mia? Credo che sia l’esatto contrario, io gli dissi che avrei preferito parlarne a fine campionato, lui voleva il PSG e voleva quest’esperienza già a gennaio. Io non ero assolutamente d’accordo. Mi fa piacere vederlo come allenatore ad alti livelli, è molto bravo. Un grande professionista e credo si stia meritando questo upgrade da Bologna alla Juventus".
Quale calciatore ti ha più deluso nella tua esperienza da dirigente?
"Nessuno perché se si fa il dirigente quello che conta è la vittoria finale della squadra, uno vince quello che merita di vincere. Anche se uno ha grandissime qualità e non riesce, significa che manca qualcosa, non ci possono essere rimpianti. Uno ha fatto quello che poteva fare. Un colpo di cui andar fiero? Io sono contento di aver fatto parte di quel gruppo, della squadra (l’Inter) che ha fatto bene e ha vinto tanto".
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