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Cardinale ha ragione: la Serie A non crescerà finché ci saranno le retrocessioniTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 14:51Serie A
di Andrea Losapio

Cardinale ha ragione: la Serie A non crescerà finché ci saranno le retrocessioni

Gerry Cardinale, il giorno dopo la vittoria del derby, ha spiegato che solo con una comunione d'intenti si potrà far crescere il calcio italiano, rinnovandolo e facendo finalmente le riforme che lo sport avrebbe bisogno. "Se ci concentriamo solo sul vincere le partite non cresciamo. Non possiamo farlo se non innoviamo, se non cambiamo questo paradigma in tutto il calcio europeo dove sembra esserci questa nozione implicita che si debba spendere tutto il necessario per vincere, come se ci fosse una correlazione diretta tra spesa e vittoria".

Tutto bello, tutto perfetto. Tutti quanti devono fare uno sforzo verso il sistema e non solo nella propria idea di sostenibilità. Sarebbe bellissimo se fosse possibile. Perché la realtà è che la Serie A dovrebbe dotarsi di autarchia e diventare come la NBA o come lo sport americano in generale. Perché finché ci saranno le retrocessioni non ci sarà mai tempo per sperimentare, per non correre contro gli avversari. Una volta arrivi ultimo, quella dopo primo: qui non funziona così. Stessa cosa per la Champions: ci sono degli obiettivi che vanno centrati altrimenti il danno economico è tale che rischia di far contrarre tutto il resto.


Nel concreto: quante squadre puntano espressamente alla Champions? Cinque: Inter, Milan, Juventus, Roma, Napoli. Queste faranno di tutto - soprattutto economicamente - per arrivare lì. Altrimenti la discrepanza è troppa, in caso di reiterata mancanza. Poi ce ne sono altre due che ci sperano, come Lazio e Atalanta. Il Bologna che ci è arrivato, la Fiorentina che avrebbe l'ambizione prima o poi di rientrare lì. Sono nove: come può esserci una comunione di intenti se il Milan può spendere 300 milioni e il Bologna meno di un centinaio? Tutti guarderanno sempre al proprio orticello e questo va oltre il calcio, in Italia: c'è chi vuol dire di no per il potere di farlo, come la politica. Oppure chi, come i comuni, traggono soldi dall'affitto di stadi che, però, non vengono mai rinnovati.

Cardinale ha ragione, bisognerebbe creare una Serie A a inviti. Terminando così la definizione di meritocrazia e sport così come pensata da noi europei, incominciando con lo show (o l'avant-show). Perché, e anche qui ha ragione, "il proprietario in America detiene il club". Qui i tifosi sono l'unica cosa che (forse) non passa, gli altri sono transitori.