Continua la legge del 2. È la difesa a fare la differenza, ma anche Thiago Motta deve fare il salto di qualità
È dal 27 ottobre scorso che la Juventus non segna più di due gol. Il 4-4 con l'Inter è stato bello e fortunato, ma sembrava dare un segnale: duri a morire. Cosa che in Serie A continua a essere, visto che non c'è mai stata una sconfitta, con sette vittorie e dieci pareggi. Una sola in Champions, contro lo Stoccarda, sul finire di gara quando Touré ha sorpreso tutti, mentre sembrava che Perin aveva abbassato la saracinesca. Diversamente da Antonio Conte, che ha chiuso la sua prima stagione in bianconero senza sconfitte, è che non c'è la capacità di chiudere le partite. La sofferenza contro il Monza è la cartina tornasole di una squadra che, probabilmente, ha più questioni psicologiche aperte che non problemi prettamente tecnici. Certo, il rientro di Nico Gonzalez è un'arma (molto) importante per Thiago Motta, così come quelli di Douglas Luiz e, eventualmente, Milik.
Senza riuscire a segnare più di due gol a partita, ecco che la difesa conta un ruolo fondamentale. Ogni volta che, con Vlahovic in campo, la retroguardia subisce meno di due reti, ecco che arriva una vittoria. Altrimenti pareggi quasi sempre, perché con il serbo in campo arrivano sempre due gol in una partita, con regolarità quasi impressionante: una rete ogni 45 minuti, un dato che spacca il capello e che viene confermato dalle ultime uscite con i bianconeri abituati a segnarne due a partita, tranne - appunto - contro il Cagliari in Coppa Italia.
Così ora è Thiago Motta a dovere fare il salto di qualità. Perché al Bologna aveva l'effetto sorpresa, la possibiltià di non dovere governare il gioco ma di farlo comunque. Invece alla Juventus ti lasciano il pallone, amministrarlo e farti scoprire, per sperare poi di agire in contropiede in maniera particorlarmente efficace. Qui invece il "non prenderle" ha senso, ma dipende dalla posizione in classifica. Contro il Cagliari sembrava avere passato l'impasse mentale di non riuscire a segnare e vivere più semplicemente l'ultimo pezzo di gara. Ora Fiorentina, la Supercoppa, il derby con il Torino e infine l'Atalanta. Non sarà un inizio di 2025 semplice.