
Ceravolo a RBN: "Ecco come portai Tudor alla Juve. Il ruolo da allenatore? Di certo conosce il club più di tanti altri"
Nel corso di RBN Cafè, su Radio Bianconera, è intervenuto oggi Franco Ceravolo, capo dell'area tecnica della Juventus nel 1998, quando in bianconero arrivò dall'Hajduk Spalato Igor Tudor. Il croato si mise in luce nel corso del Mondiale di quell'anno in Francia e proprio Ceravolo decise di puntare su di lui e di proporlo alla dirigenza del club: "Non tutti sanno certe cose e sono contento di ricordarlo qui - racconta Ceravolo, tornando con la mente a quando fu inviato dai bianconeri a seguire un Hajduk-Malmoe - Io ero andato a vedere una partita di Coppa UEFA perchè ci avevano segnalato un centrocampista svedese, ma alla fine sono rimasto impressionato da un avversario che giocava nella difesa a tre, sul centrosinistra, aveva 19 anni e faceva impressione perchè aveva una grande impostazione, lancio lungo, lancio corto, per essere così giovane. Lo dissi subito a Moggi e Giraudo che scartarono Andersson e si soffermarono su Tudor: si fidavano di me e del mio giudizio sui giovani. Ha avuto un pò di sfortuna con gli infortuni, era un calciatore importante come tutti quelli che arrivavano alla Juventus. Poteva fare di più per le potenzialità che aveva, ma si è tolto delle soddisfazioni: ha risolto delle partite importanti. Lippi lo sfruttava sulle palle inattive quasi come se fosse un centravanti, così ha fatto anche gol. Era un giocatore affidabile e duttile. Ora diventa allenatore della Juventus. Allenarla non è da tutti, allenare una squadra che deve vincere ovunque non è facile. Devi essere anche un gestore, avere un buon rapporto con i giocatori, devi saperti porre bene. Tudor allena da un pò, ha un bagaglio importante di esperienza oramai. Conosce bene la Juve visto che ci ha giocato sette anni. Conosce lo spogliatoio, la mentalità e la realtà che magari qualcuno non ha ancora ben capito come viverla".
Ascolta l'intervento completo nel podcast allegato.







