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Fermatevi: cosi state umiliando la storia della JuventusTUTTO mercato WEB
Oggi alle 15:07Editoriale
di Alessandro Santarelli
per Bianconeranews.it

Fermatevi: cosi state umiliando la storia della Juventus

Tutti colpevoli nessuno escluso. Sul banco degli imputati per vilipendio della storia juventina finiscono in tanti, dai giocatori all’allenatore, dal direttore alla società per arrivare alla proprietà che se da un lato non si è tirata indietro per accontentare le richieste di costruzione e di investimenti sulla campagna acquisti, dall’altro ha lasciato e sta lasciando, almeno apparentemente, consumare lo scempio che stiamo vedendo in campo e fuori. Non bastavano le umiliazioni con Empoli e Psv, non bastava la vergogna dello 0-4 con l’Atalanta, doveva pure arrivare il torello della Fiorentina al culmine di un 3-0 secco, netto, mai in discussione.

Cervellotiche le scelte iniziali di Motta, che pare ormai un uomo solo al comando, ostinato sulle sue idee, disposto ad andare contro un muro pur di non far un passo indietro. Il problema è che contro il muro sta andando la Juventus, la storia, la dignità e una maglia che non merita queste figure. Senza orgoglio, senza identità, senza appartenenza un gruppo, mi dispiace ma non riesco a chiamarla squadra, ormai allo sbando tarpato dal suo allenatore ma incapace di tirare fuori gli attributi e lottare almeno singolarmente. Una spaccatura chiara ed evidente che doveva portare all’esonero del tecnico che invece al momento è stato  “soltanto” commissariato dal tandem Giuntoli Scanavino nel corso di un pranzo  "chiarificatore”. Convinti che possa bastare? Noi no, vedremo se adesso Motta tornerà sulle proprie idee, se cambierà il suo atteggiamento nei confronti dei giocatori, se la smetterà di tenere giocatori in panchina per 90 minuti e se magari renderà più logiche le formazioni e i cambi. Ma la cosa grave è non capire, o forse far finta di non capire, che qui in ballo c'è molto più di una stagione o una sconfitta, c'è di mezzo una storia e una maglia che domenica dopo domenica non viene rispettata nè onorata.  

Delusi dalla parole a fine gara di Giuntoli. Il direttore confermando urbi et orbi Motta ha di fatto messo in discussione anche il suo operato. Al momento i maggiori flop sono proprio gli investimenti costati diversi milioni alla proprietà. Dal fantasma di Koopmainers, al niente di Gonzalez, dal mistero Luiz allo sballottato Kelly, discreto da centrale pessimo da terzino. Attenzione, nessuno chiedeva l’esonero in diretta, ma almeno qualche dubbio sulla gestione tecnica, qualche spiraglio per un cambio di rotta, un piccolo raggio di sole in mezzo alla bufera. Niente, “ se ne esce tutti assieme”. Oppure si affonda tutti assieme? Giuntoli ha un piano B? Ha un nome per il futuro, è consapevole che qui si rischia di uscire dal quarto posto che per la proprietà è vitale per i soldi Champions?

E’ davvero convinto che Motta sia ancora la soluzione giusta? Se lo è davvero, che entri nello spogliatoio, che metta bocca anche sulla perdita di valore dei giocatori, visto che in caso di quinto o sesto posto si dovrà vendere, e si imponga per il bene della Juve, della sua storia e anche per dimostrare che la scelta fatta dalla proprietà nei suoi confronti, è stata quella giusta. Perché si può sbagliare un allenatore, si può sbagliare una stagione, ma assistere passivi allo scempio che da un mese devasta i cuori dei tifosi no, non è giusto e neppure corretto.

Al momento solo Del Piero ha parlato da juventino ferito e colpito, non lesinando critiche costruttive e dubbi che devastano oggi il popolo bianconero, umiliato come non mai. Una squadra che prende colpi senza reagire, che sta a testa bassa con i giocatori che si nascondono in campo e si fanno umiliare dagli avversari. Eppure Motta ci racconta di essere l’uomo giusto per uscire da questa situazione. Ci permetta, sempre con il massimo rispetto verso l’uomo, di essere in pieno disaccordo e spaventati per quello che potrà accadere da qui a maggio ancora con l’ex Bologna in panchina.

Per ultimo mi sento di chiamare in causa la proprietà. I soldi sono stati messi, il progetto costruito e avvallato sulla fiducia. Adesso però bisogna che anche dai piani alti ci si faccia sentire. Non bastano i messaggi di fiducia all’allenatore. No, qui bisogna chiamare tutti a rapporto e mettere ognuno davanti alle proprie responsabilità, ponendo tutti sotto osservazione e in discussione a prescindere dai contratti dalla loro durata e dal peso economico. Il progetto sta fallendo tra un allenatore che forse non ha ancora capito bene dove è arrivato, un direttore che conferma la fiducia forse più per assenza di alternative che per convinzione e un gruppo diviso, spaccato e disorientato. Si batta un colpo forte dall’alto, altrimenti gli scenari rischiano di essere peggiori di quelli che già stiamo vivendo.