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La Signora senza volto: la Juve e i silenzi colpevoli di una società che si nascondeTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 15:55Primo piano
di Massimo Reina
per Bianconeranews.it

La Signora senza volto: la Juve e i silenzi colpevoli di una società che si nasconde

Non un dirigente, non un nome di peso si è mai fatto avanti nei momenti clou per rispondere alle domande legittime dei tifosi e chiarire la rotta del club.

La Juventus è diventata una società che si nasconde, si ritira nel suo silenzio, e questo è ormai il marchio di fabbrica di un club che, purtroppo, non ha più nemmeno il coraggio di guardare negli occhi i propri tifosi. L’eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell’Empoli, un’umiliazione che ha il sapore di un fallimento collettivo, è stata l’ennesima sconfitta di una gestione che sembra non averne mai abbastanza. Eppure, a distanza di giorni, non c’è stato nessun dirigente, nessun membro della proprietà bianconera pronto a prendere il microfono, a metterci la faccia, a spiegare, almeno per rispetto, cosa stia accadendo a questa squadra.

Mancano figure chiave e di personalità?

In un mondo dove la comunicazione è tutto, dove ogni mossa, ogni passo falso deve essere spiegato e giustificato, la Juventus ha scelto la strada dell'ombra. Non un dirigente, non un nome di peso si è fatto avanti per rispondere alle domande legittime dei tifosi, per chiarire la rotta del club, per spiegare in che direzione si sta andando. La verità è che dopo l’addio di Andrea Agnelli e del suo staff, il club è in balia di se stesso. Se prima c’era una leadership chiara, oggi c’è un vuoto assoluto, un’assenza di figura dirigenziale che si fa sentire non solo nel calcio giocato, ma anche nella gestione quotidiana. Un silenzio inquietante che somiglia sempre più a un'ammissione di colpa.

Anche l'intervento di Cristiano Giuntoli non ha convinto assolutamente: è sembrata più una pezza che un reale tentativo di confronto, perso in dichiarazioni generiche e difensive. Non ha tranquillizzato i tifosi, non ha scosso la squadra e non ha risposto alla domanda chiave: cosa farà la Juventus per evitare altre figuracce simili? 

L'intervento in ritardo di Giuntoli: tono difensivo e vaghezza delle dichiarazioni

Dopo una sconfitta tanto umiliante come quella contro l’Empoli, una società con ambizioni come la Juventus avrebbe dovuto reagire con un intervento immediato, forte e chiaro. Il fatto che la dirigenza abbia atteso fino al giorno successivo per "ritrovarsi a mente fredda" dà la sensazione di un'azione dilazionata, quasi forzata dalle circostanze piuttosto che dettata da una reale volontà di affrontare il problema. Una comunicazione più tempestiva avrebbe trasmesso un segnale più deciso ai tifosi e alla squadra. 

Le parole di Giuntoli sono sembrate quindi più una giustificazione del progetto societario che una vera presa di responsabilità. Frasi come "siamo sulla strada giusta", "abbiamo investito su profili internazionali", "il progetto sta creando valore" suonano come un tentativo di salvare la faccia più che un’ammissione chiara delle colpe della squadra e della dirigenza. Non c'è un'analisi concreta degli errori commessi, né un’indicazione precisa di come si intenda risolverli.

Un silenzio assordante, una mancanza di rispetto

In un momento in cui la Juventus avrebbe bisogno di un rinnovamento profondo, non solo sul campo, ma anche nella mentalità e nella gestione, ci si ritrova con un gruppo di dirigenti che preferisce rimanere nascosto. Questa non è solo una questione di risultati, è una questione di rispetto, di responsabilità. Oggi la Juventus ha dimostrato, per l'ennesima volta, che la faccia non la mette. E questo è il segnale più preoccupante. In un club che si definisce grande, non ci si può permettere di lasciare che tutto scivoli via senza dare risposte. Non si può accettare che nessuno si prenda la responsabilità di una stagione fallimentare, che nessuno faccia autocritica. Non si può pensare che i tifosi possano essere presi in giro ancora una volta, ignorati, lasciati nell’incertezza, mentre chi gestisce il club si rifugia nel silenzio. Un silenzio che, forse, è più assordante di mille parole.