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tmw / juventus / Editoriale
Juve è allarme: Motta serve umiltà, altrimenti il progetto fallisce sul nascereTUTTO mercato WEB
Oggi alle 16:36Editoriale
di Quintiliano Giampietro
per Bianconeranews.it

Juve è allarme: Motta serve umiltà, altrimenti il progetto fallisce sul nascere

La mancata qualificazione della Juve agli ottavi di Champions League ha acuito le critiche nei confronti di Motta: diversi i capi d'imputazione

Il secondo obiettivo stagionale della Juve targata Motta è volato via, in modo prematuro, deludente e per certi verso mesto. Dopo il ko in Supercoppa, niente ottavi di Champions League. E con qualche aggravante. Intanto aver perso contro una squadra ampiamente alla portata, tanto più partendo dal vantaggio accumulato nel match d'andata. Con tutto il rispetto per il PSV, imperdonabile soprattutto la modalità con cui è maturata la sconfitta: il buio totale nella ripresa dopo un primo tempo senza problemi, di sostanziale controllo e gestione. Purtroppo troppe volte in stagione abbiamo assistito a film di questo tipo, spesso finiti con il segno X. Questa volta, invece, con l'eliminazione dalla coppa più prestigiosa sotto il profilo sportivo e non solo. Niente partecipazione al G16 dunque e diversi soldi persi. Dettaglio non trascurabile in questo periodo storico.

Il primo a finire sul banco degli imputati è inevitabilmente Thiago, capo di una Juve che molte volte in campo appare confusa e disorientata, specialmente in alcuni suoi elementi. Siamo oltre metà febbraio e manca un'identità, uno zoccolo duro, insomma la classica spina dorsale. Esiste in tutte le grandi squadre. Poi i ruoli. “Tutti devono saper fare tutto” è una legge che non trova spazio nella “Costituzione bianconera”. Così i calciatori rischiano di diventare ibridi tattici. McKennie è l'emblema di questa filosofia: terzino, centrocampista, trequartista. Ma non è l'unico. Savona è l'ultimo caso. Durante il Derby d'Italia è stato schierato a sinistra della linea difensiva, umiliato da Dumfries, fino ad essere sostituito. Riproporlo nello stesso lato contro il PSV è inspiegabile, nocivo per la Juve e per lo stesso ragazzo. Certe scelte di formazione poi sono quanto meno discutibili. In questa fase come si fa a tenere in panchina Thuram, tanto più se al suo posto gioca uno spento Koopmeiners, reduce peraltro da attacco febbrile? Il tecnico tira dritto per la sua strada, convinto sia quella giusta, ignorando tutto e tutti.

La parole più ricorrenti accostate a Motta in queste ultime ore sono: presuntuoso, integralista, supponente. Una parte di verità c'è. Quando le cose non vanno bene, bisogna cambiarle. Serve un bagno di umiltà da parte dell'allenatore, mettersi in discussione è una delle peculiarità necessarie per guidare il gruppo. Come trasmettere sicurezza agli elementi che ne fanno parte. Agire sempre con “qui comando io” a lungo andare logora i rapporti, sarebbe opportuno un confronto con i giocatori. Altrimenti le cene non servono a nulla. Forse la fragilità mentale di questa Juve dipende anche dal tipo di approccio dell'allenatore con i suoi ragazzi. Proprio Thiago ha più volte detto: “Il talento va messo al servizio della squadra”. Discorso giusto, purché però non venga ingabbiato in dinamiche tattiche troppo rigide. Il fondamentalismo non paga. Nel calcio, come nella vita.