La Juve di Motta davanti ad un bivio: cambio o rischio fallimento
Il momento è molto complicato per la Juve di Motta, servono soluzioni immediate per uscire dal tunnel ed evitare un clamoroso flop. La vetta dista 9 punti e la lotta scudetto rischia di escludere già a dicembre i bianconeri. Il minimo sindacale è la qualificazione alla prossima Champions League, vitale soprattutto sotto il profilo economico/finanziario. I 10 pareggi in 16 giornate sono un elemento fortemente indicativo, anche della crisi d'identità della squadra. La fase offensiva necessita da tempo di una svolta, ma nelle ultime due gare è scattato anche l'allarme nel reparto arretrato: 4 reti incassate contro Bologna e Venezia fanalino di coda, in entrambi i casi sconfitta evitata all'extratime. Un'involuzione anche sotto questo aspetto. Bremer e Cabal out, è vero. Pesa soprattutto l'assenza del brasiliano. Ma dopo lo sbandamento contro Inter e Parma, il muro comunque si era rialzato, grazie alla coppia centrale Gatti-Kalulu e ad un centrocampo protettivo. Ora invece si è accesa la lampadina rossa dell'allarme. Thiago deve correre ai ripari e trovare formula tattiche alternative a quella proposta finora.
Intanto Yildiz. Continuare ad utilizzarlo largo a sinistra è palesemente depotenziato per quanto riguarda la fase realizzativa sua e di tutta la Juve. Il giovane turco ha qualità tecniche superiori alla media, sarebbe opportuno avvicinarlo alla porta per un migliore dialogo con Vlahovic e allo stesso tempo dargli la possibilità di battere a rete. A sinistra di un tridente vero in caso di 4-3-3, o dietro al serbo se si insiste con il 4-2-3-1. L'altro nodo importante riguarda Koopmeiners. L'olandese gode di un'ammirazione infinita da parte di Motta che lo ha definito speciale. In effetti fino a qualche settimana fa, l'ex Atalanta sembrava la chiave tattica, l'anello di connessione tra centrocampo e attacco. Salvo poi smarrirsi nelle ultime uscite, in cui è sembrato vagare nel campo. Nota positiva il primo gol, per il resto indecifrabile. Forse è il caso di provarlo mezz'ala, con libertà di azione per verticalizzare e all'occorrenza inserirsi direttamente. Come del resto faceva nella Dea. La Juve poi necessità di regista vero. Non lo è Locatelli, abile e prezioso in fase di interdizione, meno nella costruzione. E se fosse Douglas Luiz? A parte l'infortunio, il brasiliano ha deluso nelle poche occasioni in cui è stato impiegato. Dopo lo sprazzo di gara contro il Venezia, domani in Coppa Italia ci sono possibilità che parta titolare. Comunque sia, il primo a dare segnali di cambiamento deve essere l'allenatore. Rivedere i propri principi di gioco e adattarli ai calciatori, non è reato. Poi serve anche una scossa emotiva. Il successo contro il City doveva iniettare autostima nella truppa. Per il momento missione fallita.