Focus Tattico: le “montagne russe” Bianconere dal Venezia al Cagliari
Avete presente la sensazione che si prova quando si arriva al picco massimo di caduta verso il basso sulle montagne russe, con la successiva frenata di stabilizzazione che riporta poi verso una lenta e tranquilla risalita? Beh, quella sensazione, calcisticamente parlando per i tifosi bianconeri, può essere immortalata al 36'' di gioco di Juventus-Cagliari: l’istante esatto in cui il piedone sinistro di Di Gregorio respinge quasi sulla linea una conclusione a botta sicura di Lapadula. Da lì in poi inizia una risalita lenta ma costante che porterà la Vecchia Signora dai fischi assordanti del 2-2 contro il Venezia agli applausi del 4-0 contro il Cagliari. Il pareggio di campionato, arrivato solo in extremis grazie al calcio di rigore di Vlahovic, ha portato Thiago Motta a voler cercare una soluzione alternativa nella struttura dell’undici da schierare contro i sardi. Il modulo di partenza è sempre lo stesso, 1-4-2-3-1. Ma questa volta il mister italo-brasiliano fa una profonda modifica sull’asse centrale della squadra. Al centro della difesa si piazza Manuel Locatelli accanto a Pierre Kalulu. Al fianco di Thuram si va ad abbassare Koopmeiners, mentre Yildiz gioca nella posizione di trequartista alle spalle di Vlahovic. Le altre due novità sono Mckennie nella posizione di terzino sinistro e Mbangula esterno d’attacco proprio davanti all’americano. Con questo assetto la Juventus risulta essere più propositiva. Ci sono ben tre uomini sull’asse centrale che possono costruire gioco: Di Gregorio, Locatelli e Koopmeiners. Questo permette a Yildiz di stare più vicino a Vlahovic in zona di finalizzazione senza doversi abbassare troppo per costruire gioco. Allo stesso tempo Koopmeiners riesce ad essere più nel vivo del gioco. Due sono le ragioni: copre uno spazio di campo meno ampio rispetto alle scorse uscite e ha alle spalle Locatelli che imposta e appunto Yildiz in fase di rifinitura. Con questo assetto la Juventus cerca un altro aspetto almeno sulla corsia di destra: la sovrapposizione del terzino sull’esterno d’attacco. Savona spesso attacca la profondità, permettendo a Conceição di essere ancor più imprevedibile nell’uno contro uno con il diretto avversario. Sulla corsia opposta questo avviene meno, essendo McKennie costretto a giocare a “piede invertito”. Di tutta questa situazione ne giova anche Vlahovic, che con Yildiz più vicino riesce a ricevere più palloni giocabili in area. Proprio dai piedi del numero 10 turco arriva l’assist a Dusan, che sblocca il risultato. Nella ripresa il 2-0 arriva su una magistrale punizione Koopmeiners, che subito dopo lascia il campo per Gatti: per l'occasione Locatelli torna in mezzo al fianco di Thuram. Tuttavia, la bella notizia è il rientro in campo di Nico Gonzalez. I suoi 24 minuti sono la dimostrazione che l’argentino, al netto degli infortuni, è un giocatore di livello elevato. Schierato dapprima al posto di Yildiz come trequartista, fornisce l’assist per il 3-0 di Conceição. Poi, negli ultimi 10 minuti, in qualità di centravanti realizza un gol da applausi. Conduzione palla nello spazio centrale da poco prima della metà campo e a tu per tu con Scuffet insacca con un pallonetto delizioso. Tecnica, forza e velocità messe in mostra dal numero 11 in pochi secondi di gioco.
Il 4-0 lascia delle buone indicazioni. L’esperimento riuscito di Locatelli centrale di difesa, di cui noi avevamo già parlato in tempi non sospetti, e le posizioni di Koopmeiners e Yildiz che sembrano le più congeniali alle loro caratteristiche. Bisogna però dire che il Cagliari non ha presentato la migliore formazione possibile, preservando alcuni uomini chiave in vista dello scontro salvezza proprio contro il Venezia di domenica alle 15:00. La Juventus, invece, affronterà in trasferta un’altra squadra il lotta per la salvezza: il Monza. E la buona prestazione di coppa non può certo distogliere l’attenzione da una situazione altalenante in campionato, in cui la Juventus deve assolutamente trovare continuità evitando prestazioni come quella di sabato: il rischio di rimanere fuori dalle posizioni nobili della classifica è alto.