Tim Weah e la sua metamorfosi in bianconero
Le cose cambiano, nella vita, nello sport, nel calcio, ineluttabilmente. Al secondo anno di Juventus, Tim Weah appare un giocatore trasformato, nuovo di zecca, dopo un primo anno trascorso in bianconero, più ricco di ombre che luci, e un rendimento non certo brillantissimo. Una prima stagione di adattamento, con qualche infortunio e con un sistema tattico completamente diverso; Allegri faceva giocare Timothy come esterno in un 352, con compiti a tutta fascia che il ragazzo americano faticava ad assimilare e soprattutto a sviluppare, fornendo prestazioni appesantite, spesso al di sotto delle attese, che non lo lasciavano molto libero di sprigionare il suo scatto bruciante, verso le porte avversarie. Nel primo anno alla corte di Madama, Tim da New York ha inanellato 1381 minuti, tra campionato e Coppa Italia, con tante presenze da subentrante e un minutaggio non certo elevato, mettendo a segno solamente una rete nella coppa nazionale, realizzazione tra l’altro fantastica, e nessuna in campionato; insomma poca roba rispetto allo score di grande impatto che sta sciorinando nei primi tre mesi di questa nuova annata. Sicuramente i concetti tattici e i dettami di Thiago Motta mettono più a proprio agio il giocatore della nazionale statunitense, che ha possibilità di svariare sulla fascia di competenza, gravato da meno compiti in ripiegamento, ma soprattutto l’allenatore italo brasiliano lo sta impiegando, chiedendogli di puntare spesso a rete e di farsi trovare pronto nella zona calda offensiva. E Weah ha risposto presente, mettendo già a segno ben 4 gol, tutti importanti, contro Como, Inter, Parma e Torino, griffando 2 assist, e ben 11 presenze e 525 minuti disputati: le uniche volte in cui non è sceso in campo, è stato a causa di un infortunio che lo ha tenuto fuori per 4 gare di Serie A e una di Champions, a Lipsia.
I numeri lo premiano e anche le scelte dell’allenatore stanno facendo altrettanto, tenuto conto anche di un altro fattore, la Juve essendo priva di un vice Vlahovic, ha trovato in Weah un’alternativa spendibile per ricoprire il ruolo di centravanti di movimento: una posizione in cui Thiago Motta lo ha impiegato, a dire il vero, con buoni risultati. Oggi più che mai, a causa dell’assenza di Dusan, fermo ai box almeno per un paio di partite, il nome di Timothy diventa sempre più caldo per fare le veci del centravanti titolare. Una candidatura credibile, spendibile e soprattutto surrogata dai movimenti nell’occupazione degli spazi e dai gol siglati, compreso quello firmato poche ore fa con la nazionale yankee, che dimostra come Weah stia attraversando un periodo di forma realmente smagliante. E sabato sera alle 18 Madama sbarca a San Siro per sfidare il Milan, in una partita importante per la Juve: servirà fare risultato per non perdere uno scontro diretto che da diritto a rimanere appiccicati al gran mischione anomalo che caratterizza l’attuale testa della classifica (6 squadre nell’arco di 2 punti). E in casa bianconera è scattato l’allarme infortuni. Saranno ben 7 gli assenti nel big match contro il Diavolo e Thiago Motta dovrà calibrare attentamente le scelte, basandosi sulla rosa risicata a sua disposizione in questo momento. Con Milik e Nico Gonzalez ancora fermi ai box e Vlahovic non disponibile, Mister Motta è chiamato dall’emergenza a plasmare una formazione in grado di risultare competitiva. L’assenza pesantissima del numero nove juventino costringerà Thiago ad adattare due giocatori che quel ruolo, in alcuni frangenti stagionali, lo hanno già fatto, uno è ovviamente Weah, l’altro è Kenan Yildiz che proprio a Milano contro l’Inter, alzandosi dalla panchina, ha messo a ferro e fuoco la difesa nerazzurra, siglando due bellissime reti da gladiatore implacabile, vestito da attaccante verace.
In quel ruolo potrebbe venir anche sistemato Mbangula, anche se le caratteristiche del belga depongono più per un utilizzo da esterno puro, con capacità di accentramento che si sono già ampiamente notate. Il borsino della Continassa, almeno al momento attuale, indicano in Tim Weah l’aspirante più forte per indossare la maglia di Vlahovic, con compiti diversi e più ariosi, senza dare punti di riferimento precisi alla retroguardia avversaria, partendo dal concetto che poche settimane fa lo stesso Timothy ha segnato su quel campo un gran gol, su slalom spettacolare di Conceicao. Oggi capiremo di più dalle parole in conferenza di Thiago Motta a riguardo, ma che l’allenatore stia pensando all’americano per guidare il reparto d’attacco non è un mistero, e con tutta probabilità sarà proprio Tim Weah a partire dall’inizio in un ruolo che, anche in passato, ha già ricoperto in Francia con il Lille. Altra, ennesima occasione da sfruttare per lo statunitense, per continuare il suo processo di crescita, ritagliandosi una posizione di risalto in questa Juve mottiana, attanagliata dalle tante, troppe assenze per stop fisici. C’Mon Tim, sabato sera alle 18 tocca a te farti valere sul prato di San Siro, magari con una prova gagliarda fatta di strappi a rete e aperture di spazi per i compagni in inserimento. Poi se l’americano dovesse bissare il gol marcato contro l’Inter, sarebbe bellissimo ed estremamente godurioso per tutto l’ambiente zebrato e per la gioia incontenibile dei tanti supporter bianconeri, che assieperanno le gradinate dello stadio meneghino, fiduciosi nel colpaccio in trasferta.