La rivoluzione della Juve esalta il vero Weah: grazie Motta
La Juve di Motta continua la sua crescita a livello di gruppo e di singoli, tra questi spicca uno dei nomi in pole position è Weah. I numeri parlano chiaro e sono la logica conseguenza di un cambio radicale rispetto all'era Allegri. Anzi, di un ritorno all'antico, con l'impiego in campo in linea con le sue caratteristiche. “Gioco in attacco e sono contento, posso fare più gol”, la spiegazione dello statunitense a chi gli chiedeva della sua crescita anche sotto il profilo realizzativo. In effetti, con la rete nel Derby della Mole, Timothy è arrivato a quota quattro, mai così bene e la stagione è ancora lunga. A questi vanno aggiunti 2 assist. La crescita è palese e costante, non solo nei numeri. Thiago ha creduto subito in lui, dandogli un ruolo ben definito. O meglio, impiegandolo nel reparto offensivo, da esterno della trequarti (destro e sinistro), addirittura falso 9 in sprazzi di gare, vedi Napoli.
Nella Juve di Motta in questa fase risulta difficile tenere in panchina Weah, in ogni gara lui, con Conceicao e Yildiz è corsa a tre per due posti da titolari. Motta aveva incrociato il 24enne figlio di George nella Primavera del Psg, conosce da tempo le sue caratteristiche ed è consapevole delle potenzialità. Finora in campionato 8 presenze, di cui 5 da titolare, quattro le gare saltate per infortunio. La media voto dei siti specializzati è superiore al 7,13. Niente male per chi nella passata stagione con Allegri giocava poco, male e in qualche occasione fuori ruolo. Fermo restando l'apporto in termini realizzativi e in generale nel reparto offensivo, Weah ha fatto un salto di qualità importante anche in fase di non possesso. Questo piace molto all'allenatore della Juve, amante dei giocatori duttili. Ora c'è la sosta per le Nazionali. Prossimo step sabato 23 novembre alle 18 in casa del Milan. La squadra con cui ha militato papà George che però da sempre è tifoso bianconero.